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TEANO – Sanità, ospedale di comunità a rischio chiusura. Nell’indifferenza totale

TEANO – L’ospedale di comunità verso la chiusura, nell’indifferenza totale di politici, amministratori e cittadini. Il popolo teanese sembra quasi abituato, rassegnato, a perder servizi senza alzare la voce per protestare. Eppure a Teano i politici di rilievo non mancano. Nonostante cioò, però, il paese viene continuamente privato di servizi con conseguente impoverimento dell’economia e aumento di disagi per i residenti e per il territorio circostante.
Non c’è pace per i Servizi sanitari del territorio di riferimento del distretto 14 Teano. Ogni anno infatti in occasione delle ferie estive arriva la mannaia che mira a tagliare una offerta già molto limitata sul territorio a seguito della chiusura dell’Ospedale di Teano. Questa volta a rischio è l’Ospedale di comunità. Infatti sembrerebbe che a causa di una cronica carenza di infermieri la struttura residenziale rischia un reale ridimensionamento, non si riesce a trovare la quadratura ai turni di servizio. Tutte le promesse di politici e dirigenti ASL che in occasione dell’apertura di questa struttura assicuravano un potenziamento di tutti servizi territoriali mai concretamente e realizzato. Dopo il passaggio di consegne al vertice del distretto sanitario attualmente diretto dall’ex Anestesista Maria Luisa Golia, nulla è cambiato. I problemi sono rimasti tutti irrisolti.  Il dato di fatto è che i turni di servizio del personale infermieristico dell’Ospedale di comunità  di Teano per il mese di agosto non sono stati completati. Pertanto i pazienti attualmente assistiti in regime di residenzialità dovranno essere dimessi per l’impossibilità regolarizzare i turni di servizio. Eppure sembrerebbe che la soluzione del problema è lì a portata di mano. Sempre però che la si voglia vedere ed evitare un provvedimento che sembrerebbe obbligato. I vertici del distretto sanitario, dopo qualche provvedimento tampone non sono riusciti ancora ad adottare un provvedimento strutturato mirato a risolvere definitivamente la cronica carenza di personale infermieristico laddove ogni infermiere dovrebbe prestare la propria mansione. E’ tanta la rabbia degli operatori coinvolti che con grande sacrificio assistono quotidianamente i pazienti della struttura, che non hanno alcuna intenzione di far passare la cosa sotto tono, anche perché si fa rilevare che nel territorio distrettuale vi siano molti infermieri che vengono utilizzati come impiegati amministrativi. Alcuni addirittura in postazioni o servizi dove non sono neanche previsti nell’organico. Sembrerebbe che l’asl abbia già  effettuato la ricognizione di tutto il personale infermieristico presente nelle strutture territoriali. Qualcuno si chiede per quale motivo nessuno si accorge di alcune situazioni veramente paradossali che se affrontate senza condizionamenti e con una seria razionalizzazione del personale infermieristico si risolverebbero i problemi di molti servizi dove invece gli infermieri dovrebbero essere ma puntualmente o non ci sono o sono in meno rispetto al numero previsto. Purtroppo sembrerebbe come al solito solo fumo negli occhi a chi ogni giorno con enorme sacrificio garantisce un minimo l’assistenza ad anziani che diversamente, resterebbero abbandonati a se stessi al proprio domicilio laddove esiste questa opzione. Fra gli infermieri che hanno sempre svolto il proprio lavoro la rabbia è tanta. Sanno bene che la soluzione al problema si trova proprio  negli uffici amministrativi dello stesso distretto sanitario dove sono collocati infermieri che svolgono il lavoro di impiegati amministrativi al posto di chi  evidentemente se ne sta con le mani in mano. Sul territorio distrettuale ci sarebbero situazioni veramente paradossali di infermieri collocati all’interno di  servizi dove non è  previsto nell’organico. Situazioni ancora più assurde in cui gli infermieri fungono da autisti per  il personale ispettivo dell’ufficio sanitario girando continuamente  per il territorio distrettuale ad effettuare mansioni non inappropriate. Le situazioni paradossali sono diffuse su tutto il territorio aziendale, infatti sembrerebbe che  gli infermieri si trovano  dappertutto meno dove dovrebbero realmente stare a svolgere il proprio compito d’istituto. Queste le parole del familiare di un paziente che da anni si trova per motivi di lavoro ad essere emigrato al nord, dove svolge un incarico di responsabilità proprio in una delle aziende sanitarie della Lombardia. Il sig. C.M. da buon cittadini  non si è voluto far sfuggire l’occasione per  segnalare l’assurda situazione a cui non si vuol rassegnare soprattutto per le cose apprese  direttamente in sede.   Ci ha salutato con la seguente affermazione:  “Sono tornato, come ogni anno  per le ferie estive è sono stato costretto a prendere atto che la situazione è sempre la stessa, da terzo modo, ogni anno è sempre peggio, al domicilio infatti non si trova nessuna  possibilità di assistenza alternativa in quanto anche  i servizi territoriali domiciliari sono completamente inesistenti.” 

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un commento

  1. Il sig. C.M. provi a vedere i dipendenti dell’ospedale di comunità che durante l’orario lavorativo stazionano all’ingresso della struttura con le mani in mano oppure affacciati alla finestra a leggere il giornale. È questo il cancro della nostra società.