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TEANO – Roghi estivi, così tre pastori distruggevano i boschi dell’Alto Casertano

TEANO  – ”Come e’ andata li”’. ”E’ andata benissimo, la ventarella c’era”. E’ in un questo scambio di battute via cellulare tra due pastori, intercettate dagli investigatori della Forestale di Caserta subito dopo il vasto rogo che il 18 agosto scorso interesso’ la collina di Casertavecchia, il nocciolo dell’indagine ”Terra Bruciata”, che ha portato al fermo per tre episodi di incendi dolosi di altrettanti allevatori di ovini, gli italiani Angelo Vaiuso e Angelo Affinita di 54 e 56 anni e l’albanese trentatreenne Saimir Musej.

A disporre l’arresto il sostituto della Procura di Santa Maria Capua Vetere Manuela Persico. L’operazione e’ stata illustrata questa mattina negli uffici della Procura. I roghi sono avvenuti tutti ad agosto, nel periodo piu’ caldo dell’emergenza incendi: il primo proprio a Casertavecchia, a pochi chilometri dal capoluogo, il secondo e il terzo a Teano e Francolise il 27 e 28 agosto. Lo scopo era ottenere una rapida ricrescita dell’erba fresca, che rappresenta il miglior cibo per gli ovini. In tutto sono andate in fumo aree dell’estensione di 327mila metri quadrati poste in zone di grande interesse paesaggistico e turistico. Che si trattasse di fatti dolosi ne erano convinti gli uomini del Corpo Forestale dello Stato guidati dal comandante provinciale Michele Capasso, tenuto conto anche del fatto che le stesse aree vanno a fuoco ogni anno; sospetti gravavano inoltre su alcuni pastori, come Angelo Vaiuso, residente a Casola, frazione di Caserta che sorge a poca distanza da Casertavecchia, recidivo, essendo gia’ stato arrestato qualche anno fa sempre per un incendio boschivo nella stessa zona. Il suo telefono e’ stato messo sotto controllo gia’ a fine luglio. Quasi ogni sera, e’ emerso, Vaiuso contattava Affinita, residente a San Felice a Cancello; i due discorrevano delle condizioni metereologiche, in particolare della direzione del vento prevista per il giorno dopo, in modo da decidere se agire o meno.

E’ poi stato accertato il coinvolgimento dell’albanese Musej, pastore senza fissa dimora che operava a Teano, il cui interesse era mostrarsi disponibile verso Vaiuso in modo da ottenere un lavoro meno saltuario. Al fine di sviare le indagini, i tre non operavano mai nei territori in cui risiedevano; sarebbe stato Affinita, per esempio, a dar fuoco alla localita’ ”Monte Montone” (Casertavecchia, ndr). Molto semplice l’innesco: i tre lanciavano da un auto verso il bosco una sigaretta accesa in cui era stato inserito un fiammifero, che prendeva fuoco dopo qualche minuto, permettendo al responsabile di far perdere le proprie tracce. ”Gli incendi causati dai pastori sono solo una parte dei tanti roghi che ogni anno registriamo in provincia di Caserta – spiega il comandante della Forestale Michele Capasso – in altri casi ad appiccare le fiamme sono i cacciatori di frodo, che vogliono far uscire allo scoperto la selvaggina, si pensi ai cinghiali. In ogni caso si tratta di episodi che rivelano una cultura dell’illegalita’ e di scarso o assente rispetto per l’ambiente”.

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