capriati a volturno. La memoria del poliziotto Giuseppe Iacovone oltraggiata, i familiari del giovane morto durante un inseguimento si dicono indignati per le posizioni assunte da “certi personaggi” politici che non hanno esitato un attimo a scagliarsi contro un uomo morto mentre compiva il proprio dovere, nell’interesse della collettività. C’è chi arriva a supporre un’azione imprudente dell’agente nell’inseguire l’auto pirata.
L’indice, a Capriati a Volturno, è puntato contro Ignazio Di Clemente, coordinatore regionale molisano del Partito Comunista dei Lavoratori. Senza mezzi termine – attraverso un quotidiano locale- il politico difende colui che dovrebbe essere un suo potenziale “nemico” politico – Pietro Campellone, vicinissimo alle posizioni del centro destra molisano. Sarebbe bastato già questo piccolo dettaglio, specialmente nel cuore della sinistra, negli anni scorsi per indicare ad un politico quale esatta posizione assumere. Ma questo non fa più scandalo perchè la casta quando vede un suo componente in difficoltà non esita un attimo e tutti – come lupi famelici introno alla preda- sanno stringersi al fianco del “compagno” in difficoltà, riuscendo, in questo caso, a mortificare anche la memoria di un giovane morto nell’adempimento del proprio dovere. Già, il dovere.
Una parola che oramai sembra essere stata totalmente dimenticata da tanti politici – piccoli e grandi, comparse e prime donne – che riescono però solo a “vedere” i proprio privilegi. Fra i tanti privilegi dei politici sembra esserci anche quello di confondere una semplice manifestazione in cui si chiede giustizia per la morte tragica di un familiare, in “scene da far west, in instigazione alla violenza”.Fra i privilegi di qualche nostalgico della rivoluzione russa sembra esserci anche quello di confondere la sacrosanta ricerca della verità con “un clima di violento linciaggio morale”.
Ma il messaggio della famiglia Iacovone è chiaro e non lascia spazio ad alcun dubbio: “non ci fermereno fin quando Giuseppe non avrà avuto la giustizia che merità. Non saranno certo giullari telecomandati a farci recedere dalle nostre posizioni. Giuseppe non si sarebbe fermato e neanche noi lo faremo”.
Per la morte di Giuseppe Iacovone, schiantatosi con la vettura di servizio durante un inseguimento, è indagato un noto medico di Isernia, Pietro Campellone, ex presidnete dell’Ept di Isernia e ai vertici del Maci del capoluogo pentro.
Sarà decisivo, nella vicenda, la “seconda puntata” dell’incidente probatorio fissato per il prossimo dicembre. Intanto, alcune settimane fa, due testimoni avrebbero già riconosciuto in Campellone l’uomo che guidava quel Suv che non si fermò all’alt imposto dalla polizia. (nuova gazzetta di caserta)
Sinceramente se viene provata la sua colpevolezza è giusto che paghi.
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Fresca senone’ stata un’azione mprudente quella diteme voi mettesse a corre a dumila