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Capriati a Volturno – E’ TUTTA RROBBA NOSTRA !!! PROTEGGIAMOLA !

CAPRIATI A VOLTURNO (di Adriano Prato) – Questo contributo serve a portare di nuovo l’attenzione dei capriatesi su ciò che ci circonda. Purtroppo a Capriati è assente ogni attenzione sulle ricchezze che ha il Territorio. Dopo gli unici studi che sono stati effettuati su di esso a mezzo anche delle pubblicazioni “Il Territorio tra Matese e Volturno” e “Le Valli del Sava e del Lete”  a cura dell’ Associazione Culturale “Mondo Migliore” che presiedevo, tutto è fermo dal 2009. E pertanto mia intenzione, dopo quindici anni di studio del Territorio tra il 18 giugno 1994 e il 22 marzo 2009, ricominciare a portare all’attenzione della popolazione e delle Istituzioni le ricchezze che il Territorio e la Storia locale offrono ai fini anche del suo sviluppo turistico. Ho già individuato due importanti progetti a tal fine.

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5 commenti

  1. ERRATA CORRIGE!
    La via Minucia non è mai passata per Capriati né poteva farlo poiché collegava Benevento a Brindisi. In pratica era una derivazione dell’Appia voluta dall’imperatore Traiano, nel 109 a.C., risistemando un più antico percorso realizzato nel 221 dal console Minucio Rufo da cui ha ereditato il nome. Basta consultare qualunque testo relativo alla viabilità romana o alla Tabula Peutingeriara.
    In relazione al proprio tracciato, questa è una strada un po’ “volubile” perché pur essendo chiari i suoi estremi, prima citati, c’è chi la rintraccia nel percorso tra Alfedena-Isernia-Boiano-Benevento e chi, dopo Isernia, la piega verso Capriati-Alife-Benevento.
    A chi voglia approfondire l’argomento consiglio la lettura di quanto ampiamente pubblicato in rete (basta digitare su un motore di ricerca “via Minucia”). Nel merito, ampia e documentata trattazione è in uno studio a firma di Elisa Salvatori Laurelli dal titolo “La via Minucia: note di geografia e topografia antica”. Infine, una diligente e dettagliata ricostruzione storica sulla nostra viabilità è in Gianfranco De Benedettis, “La Provincia Samnii e la viabilità romana”, con la collaborazione di Domenico Caiazza. Nella loro analisi non solo appare chiaro che la Via Minucia si trova, una volta per tutte, tra Benevento e Brindisi, ma gli studiosi ritengono, giustamente, che l’asse viario attraversante Capriati è da identificare con la “Viae Allifanae” (Via Alifana) citata nelle fonti epigrafiche e che, nel particolare, il tratto a noi pertinente fosse l’”Aesernia-Aebutiana“ dove quest’ultima era una “statio” poi sviluppatasi nel monastero di S. Maria in Cingla ad Ailano.
    Un ultimo consiglio. C’è un’altra pubblicazione che ha generato molta confusione. Questa è un incredibile coacervo di dati e notizie il più delle volte messe assieme dall’autore in un modo assolutamente privo di ogni coerenza storica: Riccardo Ugo Villani, “La terra dei sanniti pentri”. Quanti vorranno leggerlo sappiano che una buona parte del suo contenuto è semplicemente pura fantasia. Non solo l’autore colloca la via Minucia a Capriati, sbagliandone pure la datazione, ma vi colloca la città di “Compulteria” che invece è tra Alvignano e Dragoni!

  2. Rettifica: le date indicate sono 109 d.C. e 221 a.C.

  3. Caro Ciro, sai come sono appassionato e addentro a queste cose e sai anche come ritengo importante collaborare e studiare insieme queste cose. Ne sei testimone quando, insieme, anche nell’Associazione Culturale “Mondo Migliore” di cui facevi parte anche tu, ho dato la massima apertura a tutti però ad una sola condizione: la CULTURA. Sai anche che “Mondo Migliore” ottenne il riconoscimento di Associazione di prevalente interesse regionale e guadagnò questo riconoscimento non perché era una associazione riconosciuta a livello comunale, ma per i meriti e per quanto aveva realizzato su un territorio molto più vasto di quello comunale. La penna, a volte, come nei cartelli da me fatti installare, può aver anche tradito il pensiero. Io mi sono riferito all’ipotesi da molti sostenuta e cioè che la Via Minucia -forse da identificare con una mulattiera-, sporadicamente citata, coincidesse all’incirca col Tratturo Pescasseroli-Candela e volevo dire che la via romana di Capriati risaliva il Volturno verso l’interno montuoso, veicolo di merci e civiltà. Il problema non è nominalistico ma di ciò che si può fare per rivalutare il Cultural Heritage.
    Sai anche che io, pur non ritenendomi giammai uno storico ed avendo sempre lasciato spazio a tutti purché si affermasse la CULTURA soprattutto locale, amo il mio Territorio sia sotto il profilo ambientale, che sociale e politico-amministrativo. Perciò, ancora oggi, pur di rivalutare il mio Capriati ed il Matese seguo ancora seminari nei quali si tratta la storia locale e, da ultimo, ho fatto ulteriori scoperte ancora non note ai miei concittadini. Perciò ritengo che più che di “errata corrige” da parte tua si tratta di precisazioni che non sempre si possono fare in un breve articoletto come quello che io ho scritto nella mia modestia. Quindi ogni precisazione è ben gradita in quanto integra PARTECIPAZIONE. Sono quindi lieto della tua partecipazione al tema. Al momento opportuno avrai anche tu, come ho avuto già io, delle nuove notizie ancora non pubblicate sulle strade romane che attraversano il Matese ed anche Capriati. Sai anche bene che queste cose non sono state ben tramandate, così come la storia patria scritta sui libri scolastici che è falsa in quanto scritta dai vincitori! Conclusivamente, il nostro impegno comune dovrà continuare ad essere quello della RICERCA. Non mi interessa il Medioevo, Garibaldi e Cavour, ma qualcosa di molto più recondito e sai che ho sempre contestato che la nascita di Capriati è da far risalire all’881, chi continua a scrivere questo non ha voglia di risalire ancora all’indietro. E’ comunque bello avere 88 like senza essermi raccomandato a nessuno, come invece fanno altri, invitando gli amici a mettere il “mi piace” per sentirsi forse importanti quando scrivono semplici Cazzate.

  4. A dimostrazione di tanto, carissimo Ciro, ti invito, se già non l’hai fatto, a leggere le mie considerazioni contenute nell’articolo relativo alle Aree Interne pubblicato il 31/12/2015 su Paese News con il titolo “La Desertificazione dell’Alto Casertano. La Regione Campania ci ha dimenticati!!!”. Così si avvalorerà in te la convinzione di quanto sentimento positivo nutro, come te, per la nostra Area. Ciao.

  5. Anche per quanto riguarda Ponte Latrone: il Ponte collegava il venafrano all’alifano, in quanto Isernia ed Alife sono entrambe sulla riva sinistra del Volturno. Ecco! Si trattava di semplici cartelli che erano rivolti anche alla gente comune, era quindi troppo difficile spiegare in poche parole (in un cartello) tante cose!