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VITULAZIO / BELLONA – Tenta di uccidere la moglie, arrestato. In carcere finisce anche la consorte per rissa

Vitualzio. Molesta e minaccia la moglie (con la quale i rapporti erano da tempo deteriorati). Non contento tenta prima di accoltellarla e poi di investirla con la propria vettura . Dopo la denuncia della donna viene arrestato dai carabinieri della locale stazione. Protagonista della vicenda il 38enne (originario di Camigliano) – D.B.F. – che ora dovrà rispondere di molestie e minacce. Secondo alcune indiscrezioni raccolte sul poste, l’altra notte l’uomo, dopo l’ennesima lite, avrebbe cercato di colpire la moglie con un coltello, per fortuna, senza riuscire nello scopo. Ieri, invece, appena la signora si sarebbe presentata in strada, avrebbe tentato di investirla con una vettura. Qunado la donna, che da tempo subiva le violenze dell’uomo, ha esposto i fatti ai carabinieri della locale stazione, allora è scattata l’operazione che ha portato al fermo dell’uomo che ora dovrà chiarire la propria posizione davanti ai magistrati. Alcuni comportamenti come telefonate, sms, e-mail, “visite a sorpresa” e perfino l’invio di fiori o regali, possono essere graditi segni di affetto che, tuttavia a volte, possono trasformarsi in vere e proprie forme di persecuzione in grado di limitare la libertà di una persona e di violare la sua privacy, giungendo perfino a spaventare chi ne è destinatario suo malgrado. A diventare “molestatore assillante” o “stalker” può essere una persona conosciuta con cui si aveva qualche tipo di relazione o perfino uno sconosciuto con cui ci si è scontrati anche solo per caso, magari per motivi di lavoro.  Inseguimento, molestia e persecuzione possono manifestarsi sotto innumerevoli forme. Esse possono essere qualcosa di sporadico oppure possono essere insistenti manifestazioni di un fenomeno psicologico e sociale conosciuto soprattutto con il nome di “stalking” , ma chiamato anche “sindrome del molestatore assillante” , “inseguimento ossessivo” o anche obsessional following . La terminologia più comune, quella di “stalking”, è stata coniata con la finalità di raffigurare simbolicamente, con un termine in lingua inglese che significa “appostarsi”, l’atteggiamento di chi mette in atto molestie assillanti e per questo viene definito “stalker”. Il “molestatore assillante” manifesta, infatti, un complesso insieme di comportamenti che vengono ben racchiusi sinteticamente dall’espressione “fare la posta” che comprende l’aspettare, l’inseguire, il raccogliere informazioni sulla “vittima” e sui suoi movimenti, comportamenti che sono quasi sempre “tipici” di tutti gli stalkers, al di là delle differenze rilevate di situazione in situazione.

Bellona –  Poco dopo l’arresto del 38enne di Vitualizio, finito in carcere con l’accusa di molestie e minacce, anche la consorte (la stessa che aveva denunciato l’uomo) è finita in carcere. Quando si dici uniti nel bene e nel male.  Con lei finiscono in manette anche due parenti dell’uomo. Una caso certamente singolare che farà parlare a lungo in paese e che certamente spingerà molti a giocare i numeri giusti al lotto. Secondo alcune notizi raccolte in paese, due parenti del 38enne, dopo il fermo di quest’ultimo, si sarebbero recate a casa della moglie per “chiarire” la questione. Accusavano la donna – che poco prima aveva rischiato di finire sotto l’auto condotta dall’uomo – di essere la rovina del marito. La reazione della donna avrebbe innescato una furibonda lite finita poi in rissa. Solo l’arrivo dei carabinieri ha fatto calmare i bollenti spiriti. Le tre donne – N.M. V.R. e C.E. – sono state accusate di rissa aggravata. Oggi stesso potrebbero subire l’udienza di convalida del fermo davanti al giudice del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. La famiglia italiana è sempre più in crisi e aumenta la propensione alla rottura dell’unione coniugale anche tra gli ultrasessantenni: in base ai dati del 2010, censiti dall’Istat, infatti, ci sono state 307 separazioni e 182 divorzi ogni mille matrimoni confermando un trend in continua crescita a partire dal 1995 quando a non stare a galla erano 158 coppie su mille. In pratica, oggi, il 30% delle nozze, più o meno, naufraga al giro di boa del quindicesimo anno di matrimonio. Per fortuna, nell’85,5% dei casi – rileva il report annuale dell’Istituto nazionale di statistica sulla tenuta dei rapporti di coniugio – ci si dice addio in maniera consensuale. Il flop tra marito e moglie avviene più di frequente quando i mariti veleggiano attorno ai 45 anni e le mogli ai 42. Dieci anni fa, invece, il maggior numero di separazioni avveniva nella fascia di età 35-39. «L’innalzamento dell’età alla separazione – spiega l’Istat – è il risultato sia della maggiore propensione allo scioglimento delle unioni di lunga durata, sia di un processo di invecchiamento complessivo della popolazione dei coniugati, dovuto alla posticipazione del matrimonio».

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