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ALTO CASERTANO – INAUGURAZIONE DEL I° ANNO GIUDIZIARIO DEL TRIBUNALE ECCLESIASTICO INTERDIOCESANO

ALTO CASERTANO – A distanza di qualche mese dalla pubblicazione del motu proprio di Papa Francesco Mitis Iudex Dominus Jesus (15 agosto 2015) è cambiata la dinamica dei processi ecclesiastici, in un’ottica di pastoralità, semplificazione e gratuità, introducendo la pratica del processo breve per le dichiarazioni di nullità del matrimonio. Dopo un primo periodo di feconda attività il Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano (TEI) delle diocesi di Alife-Caiazzo, Sessa Aurunca, Teano-Calvi, già costituito il 19 marzo 2016, si prepara a suggellare l’ufficialità di un servizio attivo con l’inaugurazione del I Anno giudiziario, fissata per venerdì 17 febbraio, alle 9:30,  presso il Seminario di Teano, sede del TEI. I vescovi Mons. Valentino Di Cerbo, Mons. Francesco Orazio Piazza e Mons. Arturo Aiello hanno unito le forze per dare vita ad una struttura che, anche per i suoi limiti e vicinanze geografiche, rispondesse alle esigenze di un unico territorio che si raccoglie in Alto Casertano. E’ stato designato Mons. Di Cerbo, vescovo di Alife-Caiazzo, quale moderatore della cerimonia di inaugurazione che prevede il momento solenne del giuramento degli Operatori giudiziali e l’intervento di Mons. Angelo Vito Todisco, che Papa Benedetto nel 2011 ha nominato giudice del Tribunale della Rota Romana, sul tema «La famiglia nel nuovo ordinamento canonico e le direttive di Papa Francesco». Vediamo in breve quali sono le novità introdotte dal motu proprio di Papa Francesco e quali sono le indicazioni per le diocesi. Il Vescovo, in quanto pastore di una diocesi, ha il compito di annunciare la parola di Dio, guidare la sua chiesa nel cammino di fede, ma riveste anche il ruolo di giudice all’interno della sua Chiesa diocesana, giudice naturale per tutte le questioni di fede e morale. In quest’ultimo caso, egli può esercitare la funzione giudiziaria direttamente oppure avvalersi del lavoro degli organismi di curia così come del tribunale ecclesiastico diocesano. Ed è proprio la recente norma del Papa a fornire in merito significative novità e vantaggi soprattutto per le coppie che facendo richiesta consensuale di nullità del proprio matrimonio, possono rivolgersi direttamente al loro Vescovo, il quale esaminato il caso, le motivazioni, le condizioni in cui è stato celebrato il rito, ma soprattutto l’espressa volontà della coppia, può dichiarare la nullità del vincolo matrimoniale  individuando la carenza delle condizioni perché un matrimonio sia valido (non annullare il sacramento) e in tal modo accelerare i tempi di attesa per i fedeli che intendono celebrare nuove nozze con rito cattolico, o vogliono potersi accostare ai sacramenti. Con tale riforma è superata anche la necessaria “doppia conforme? che rimandava necessariamente il processo ad un secondo grado di giudizio con dispendio di tempo e spese per la coppia. Quando un matrimonio può dichiararsi nullo davanti ad un tribunale ecclesiale, sia esso diocesano o interdiocesano? Considerando la libertà il presupposto fondamentale, vi sono anche altre cause da tenere presente, pertanto può dirsi nullo un matrimonio celebrato per forzatura o condizionamenti; la rinuncia alla procreazione costituisce altrettanto motivo di nullità; l’occultamento delle sterilità o di una grave malattia contagiosa per il coniuge o i figli; l’esclusione della fedeltà, così come pure la mancanza dell’uso della ragione accertata in una delle parti e le altre ipotesi di nullità previste da Codice di Diritto Canonico. E allora, sollecitato dalla “preoccupazione della salvezza delle anime?, Francesco ha concesso alle Chiese locali, nella persona dei Vescovi che le rappresentano (ma un ruolo importante lo rivestiranno anche i sacerdoti locali) di accompagnare i fedeli toccati dal dramma e dal dolore della loro condizione di separati; la pastoralità di questa norma di concretizza in un percorso che non è solo formale o giudiziario, ma anche morale e di fede di cui ogni Pastore ne è custode.

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