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PIETRAVAIRANO – Delocalizzazione delle Cave e Cementificio, nuova fumata nera in regione

pietravairano. Delocalizzazione delle cave e del cementificio del gruppo Moccia da Caserta a Pietravairano. Salta, nuovamente, la conferenza dei servizi che, fissata per ieri mattina, doveva servire per la sottoscrizione dell’accordo di programma fra le parti.  E’ stata l’assenza dell’ente provinciale di Caserta a determinare lo slittamento della conferenza, fissata per venerdì 27 luglio. L’assenza dei rappresentanti di corso Trieste è stata comunicata all’ultimo momento attraverso un fax giunto negli  uffici dell’assessore Cosenza.  Irremovibile il primo cittadino di Pietravairano Francesco Zarone che ha ribadito il proprio “no” al progetto sottolineando, ancora una volta, le tante ragioni alla base del rifiuto. Quindi, il prossimo 27 luglio, l’accordo di programma sulla delocalizzazione non ci sarà per la resistenza che il municipio pietravairanese da anni attua contro la delocalizzazione, a difesa dell’agricoltura, del paesaggio, del turismo nell’area, puntando unicamente sullo sviluppo ecosostenibile. “Sarà un appuntamento – conferma Francesco Zarone,  primo cittadino di Pietravairano – inutile perché la nostra posizione non consente spazio per alcuna trattativa. “Il nostro no – rimarca il primo cittadino di Pietravairano – è definitivo perché sostenuto da ragioni che vanno ben oltre l’interesse spicciolo di  un’impresa che guarda ad un territorio immaginandolo come una immensa torta da divorare. Il futuro del nostro paese non può essere rappresentato da qualche posto di lavoro  in cambio di inquinamento e devastazione”.
Secondo l’avvocato Giancarlo Fumo, legale dell’ente pietravairanse nella controversia fra il municipio e il gruppo Moccia, il  Piano Regionale per le attività estrattive della Regione Campania  benché approvato in data successiva all’entrata in vigore del decreto legislativo 152 dell’aprile 2006,  è privo di   Vas. Non v’è stata perciò  una preventiva valutazione  di compatibilità  con il piano regolatore del  Comune di Pietravairano, in particolare con l’area denominata Monte Monaco. Fra le ragioni che spingono Zarone a rifiutare l’accordo di programma, in particolare,  spicca l’aspetto secondo cui l’area di “Monte Monaco”, individuata dal gruppo Moccia  per la delocalizzazione del cementificio e della  cava, viene classificata dal Piano regolatore come   zona agricola – EB –  gravata dal vincolo boschivo,  zona agricola di rispetto stradale; vincolo paesaggistico, vincolo di area di attenzione con possibile ampliamento di fenomeni  franosi. L’articolo 27 delle norme tecniche d’attuazione del Piano Regolatore Generale vieta  espressamente l’impianto di nuove cave sull’intero territorio comunale. Il “no” dei cittadini di Pietravairano è definitivo  – assicura Maria Acquaro, presidente del comitato civico che da anni si oppone alla delocalizzazione – perché sostenuto da ragioni che vanno ben oltre l’interesse spicciolo di  un’impresa che guarda ad un territorio come una immensa torta da divorare.  Per questo,  come cittadini che hanno a cuore il futuro dei loro figli, siamo chiamati a resistere a quest’ennesimo tentativo di attacco al rispetto dei  nostri legittimi diritti. Il futuro che vogliamo per  Pietravairano non è quello delle cave, vogliamo – conclude Acquaro – la valorizzazione delle nostre risorse e  la tutela  delle bellezze  del nostro  territorio”.

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