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VAIRANO PATENORA – Cava, sospesa la conferenza dei servizi. Martone: difendiamo gli interessi della comunità

VAIRANO PATENORA – La conferenza dei servizi sulla Cava Pizzomonte è stata fermata. I consiglieri comunali del gruppo Torre – Gianpiero e Lino Martone – hanno inviatoun documento al Genio Civile con il quale hanno chiesto ed ottenuto il blocco della procedura, in attesa di ulteriori chiarimenti sulla questione. “In questo paese di 7000 abitanti c’è chi si occupa dell’ elenco degli scrutatori e chi si occupa del Bene Comune. Il Gruppo Consiliare Torre in questo caso è molto impegnato a difendere il Bene Comune e soprattutto l’ ambiente. La questione Cava Pizzomonte è sempre poco chiara nonostante la nostra battaglia che ha portato alla revoca dell’ autorizzazione. In ogni caso, come è nostro fare oramai, abbiamo avanzato l’ ennesima proposta ed è quella di fare un solo piano di risanamento e messa in sicurezza delle Cave presenti sul nostro territorio. La nostra parola d’ordine e’ e sara’ sempre la stessa “Vairano bene comune” non odiamo nessuno questo deve essere chiaro ed è meglio ricordarlo sempre a tutti, chiediamo solo il rispetto delle Leggi dello Stato”. Queste le dichiarazioni del gruppo Torre dopo la sospensione della conferenza dei servizi sulla vicenda cava Pizzomonte.

Il documento che ha prodotto il blocco della conferenza:
Si riscontra positivamente la decisione con determina 71 del 31 ottobre 2016, di indire una nuova Conferenza dei Servizi, per domani 23 novembre, nonché le argomentazioni in essa contenute, ai fini di valutare la possibile continuazione della coltivazione della cava in oggetto.
Tuttavia si ha l’obbligo di fare osservare che trattandosi di territorio sottoposto a vincolo di Uso Civico, la competenza è esclusiva del Consiglio Comunale, il quale non è stato chiamato a dare delega, ne a Sindaco ne ad amministratori in carica, per la partecipazione a detta Conferenza.
Inoltre abbiamo l’altro obbligo, a parte le vostre giuste osservazioni sull’area di Crisi, che tutta l’area del monte Sant’Angelo è vincolata da tempo dal Ministero Beni Culturali, di conseguenza diventa difficile e improponibile un allargamento dell’area di coltivazione necessaria all’adeguamento di Leggi; inoltre ancora va tenuto conto che tutta l’area interessata nel 2015 è stata oggetto di estesi incendi che producono i conosciuti vincoli a Norma di Legge, come risulta da specifica determina di Ufficio Tecnico e delibera di Giunta.
Infine ci è di dovere sottolineare ancora una volta la non applicabilità dell’art. 27 del PRAE essendo difronte a cava per niente abbandonata, ma coltivata sino all’avvio della prima procedura di rinnovo dell’autorizzazione, poi da voi giustamente revocata. In proposito si allegano copie delle foto del Geoportale Ministero Ambiente, 2006-20012, ove si notano le grandi espansioni di coltivazioni,non autorizzate e, addirittura, nel 2012 si notano strumenti meccanici di estrazione nella parte alta. Come è di vostra conoscenza tale Geoportale ha valore Istituzionale ai sensi della Normativa Europea.
In ultimo ci è d’obbligo precisare che non vi è alcuna volontà incriminatoria e di emarginazione contro le ditte interessate alla coltivazione; insistiamo affinchè il tutto venga fatto in termini di Legge e riteniamo che vada predisposto un intero progetto di recupero ambientale e di sicurezza per tutta l’area delle cave di monte Sant’Angelo, compresa ancora detenuta abusivamente dalle Ferrovie dello Stato, dando però incarico all’ARCADIS e all’Università di Archeologia di redigerlo.

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