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RIARDO – Fonderia Ragosta, arrestati nuovamente i tre fratelli. La guardia di Finanza: ecco perchè riciclano i soldi della camorra del clan Fabrocino. Ecco tutti i nomi

RIARDO . “In data odierna, su disposizione di questa Procura della Repubblica,  la Guardia di Finanza di Napoli ha dato esecuzione all’ordinanza  cautelare, personale e reale, emessa dal Gip presso il Tribunale di  Napoli nei confronti di 10 indagati ( di cui all’allegato elenco ),  per reati che vanno dal concorso esterno in associazione camorristica e reimpiego/riciclaggio di ilieciti proventi sino alla bancarotta  fraudolenta. L’attività odierna costituisce un ulteriore sviluppo, frutto di  specifici approfondimenti investigativi, delle indagini compiute  dalla DDA di Napoli (delegate al Nucleo PT della G.d.F di Napoli )  nell’ambito del procedimento penale n. 48015/08 DDA, in relazione al  quale, in data 19 marzo u.s., erano già state poste in esecuzione  ordinanze applicative di svariate misure cautelari personali e del  sequestro preventivo di beni per oltre 1 miliardo di euro (operazione  “BAD IRON”). L’indagine, come è già noto, riguardava e riguarda il  gruppo imprenditoriale facente capo alla famiglia Ragosta, operante  in diversi settori economici ( dal commercio di metalli,  all’alberghiero, dall’immobiliare al settore alimentare).
In particolare attraverso nuove investigazioni compiute mediante intercettazioni telefoniche, intercettazioni ambientali,  perquisizioni ed audizioni di persone informate sui fatti, sono stati  acquisiti ulteriori elementi probatori in ordine alte ipotesi di  reato di concorso esterno in associazione camorristica ( clan  Fabbrocino ) nonché di reimpiego di proventi illeciti (648 ter c.p.)  e di fittizia intestazione di beni (art. 12 quinquies L. 356/92), con  l’aggravante di cui all’art. 7 del DL 152/91, a carico dei germani  Ragosta Fedele, Giovanni e Francesco. E’ stata dunque, ulteriormente suffragata la sussistenza, in capo ai  suddetti fratelli Ragosta, di stretti legami non con un singolo  esponente dell’organizzazione camorrista (circostanza, questa, a suo  tempo – sulla base delle precedenti indagini – ritenuta dal tribunale  del Riesame di Napoli che decidendo sui ricorsi presentati avverso la  menzionata ordinanza eseguita in data 19 marzo u.s., aveva ritenuto  esistente solo un legame “personale” fra i fratelli Ragosta e il capo  clan Franco Ambrosio, il cui denaro sarebbe stato reinvestito dagli  indagati) ma con l’intera organizzazione camorrista.  Dalle nuove indagini è emerso, infatti, che l’intero clan Fabbrocino  ( che finanziava i Ragosta ) condizionasse gli operatori economici  della provincia napoletana al fine di garantire al Ragosta un vero e  proprio monopolio nel settore dell’approvvigionamento e del commercio  dei metalli. Tale monopolio, in uno con le provviste di denaro messe  a disposizione ai Ragosta dall’organizzazione camorrista, garantiva  la rilevante ascesa economica della famiglia Ragosta. Tra le vicende più significative ricostruite dalle indagini  particolare importanza assume quella dell’acquisizione all’asta del  famoso Hotel Raito da parte di Fedele Ragosta, avvenuta mediante atti  di violenza e minaccia, di tipica matrice camorristica, posti in  essere al fine di dissuadere potenziali concorrenti dal partecipare  all’asta, che alla fine (dopo tre incanti andati deserti) si è  conclusa con l’aggiudicazione dell’immobile all’indagato Ragosta  Fedele ad un prezzo sensibilmente inferiore a quello inizialmente  posto a base dell’incanto (ossia a 6 milioni di curo, rispetto ai  circa 9 milioni iniziali). Nei confronti dei medesimi germani Ragosta è stato quindi nuovamente  disposto il sequestro preventivo (già eseguito in data 19 marzo u.s.)  di conti correnti, attività finanziarie, quote societarie, terreni,  fabbricati ed autovetture nella loro diretta disponibilità ovvero nella disponibilità delle numerose aziende ad essi riconducibili. Inoltre, nell’ordinanza del GIP sono altresì contestate condotte di  bancarotta fraudolenta e ricorso abusivo al credito connesse al  fallimento di una delle società facenti capo all’indagato Ragosta  Francesco, ossia la R.E.R. SpA. In relazione a tale vicenda sono  state quindi disposte misure restrittive della libertà personale,   oltre che nei confronti dello stesso Ragosta Francesco, anche nei  confronti del di lui coniuge e di altri 5 responsabili, tra i quali i  componenti del collegio sindacale della società fallita. In relazione  a tale fallimento venivano accertate una serie di distrazioni  patrimoniali che facevano lievitare il passivo fino ad un ammontare  di oltre 38.000.000 di euro”. (comunicatgo stampa delle fiamme gialle di Napoli)

ELENCO DELLE PERSONE COLPITE DA MISURA DELLA CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE

1) RAGOSTA Fedele nato a San Giuseppe Vesuviano il 14.01.1969;

2) RAGOSTA Francesco nato a San Giuseppe Vesuviano 30.09.1965;

3) RAGOSTA Giovanni nato a San Giuseppe Vesuviano il 27.04.1963;

ELENCO DELLE PERSONE COLPITE DA MISURA CAUTELARE DEGLI ARRESTI DOMICILIARI

1) ADILETTA Concetta nata a Nocera Inferiore il 20.08.1966;

2) FORTE Vincenzo nato a San Giuseppe Vesuviano il 22.11.1965;

3) VIRZO Giuseppe nato a San Giuseppe Vesuviano il 11.03.1942;

4) GRECO Francesco nato ad Avellino il 13.01.1961;

5) DEL GALDO Giorgio nato a Cicerale il 21.10.1948;

6) SCALA Luigi nato a Saviano il 06.01.1966:

7) AMBROSIO Giovanni nato a San Giuseppe Vesuviano il 18.09.1944.

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un commento

  1. Adesso stampate l’articolo e mettetelo sotto la porta di quei fenomeni che erano favorevoli. Non vi scordate qualche vecchio, ben noto per aver solo fatto danni in tutta la sua vita, e altri animali dalle zanne rotte.