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CAPUA – MUSEO CAMPANO: “Situazione drammatica”, il COMMENTO DEL PROF. GIUSEPPE CENTORE

CAPUA – Il Museo Campano di Capua, scrigno della sua trimillenaria storia, fu definito dal grande archeologo Amedeo Maiuri: “Il più significativo della civiltà italica della Campania”, e ad avviso dell’esimio studioso Carlo Belli: “Può considerarsi oggi una delle gemme più fulgide tra i mirabili musei dell’Italia meridionale”. Nel 1965 ai sensi della legge 1080 emanata nel 1960 per tutti i musei appartenenti ad enti diversi dallo Stato, nel nostro caso la Provincia di Caserta, fu classificato tra le categorie: multiple, grandi, medie e minori, come Grande. Fondato nel 1870 dallo storico ed erudito capuano, canonico Gabriele Iannelli, ha sede nell’antico palazzo Antignano di Capua, ed in “dominio utile” dell’amministrazione municipale. Occupa 5000 mq espositivi con XXXIV sale e 3 sezioni: archeologica, medioevale e moderna; ed ospita una pinacoteca che conserva preziose opere d’arte che vanno dal XIII al XVIII secolo, nonché una biblioteca con oltre 70.000 testi includenti pergamene, manoscritti, carte geografiche e prime edizioni a stampa di altissimo pregio; ed inoltre dispone di un Archivio Storico-topografico che conserva documenti di Capua e dei suoi 36 Casali altra volta ad essa afferenti. Il Museo Campano è universalmente noto non solo per la molteplicità delle sue terrecotte architettoniche e delle sue ceramiche e vasi di antica ed eccellente fattura, ma soprattutto perché custodisce più di 150 statue votive in tufo denominate Matres Matute, collezione unica al mondo nel suo genere. Orbene, in seguito all’avvenuta riforma delle province essendo stato azzerato il precedente Consiglio di Amministrazione ( 4 giugno 2015 ), e non essendo stata emanata alcuna legge di riordino delle funzioni da parte della regione Campania, il Museo vive in un drammatico vuoto di governo. Senza dire che il personale che nel 2005 ammontava a 18 unità è oggi ridotto a 7. Mentre l’attuale facenti funzioni di Direttore è in imminenza di pensionamento. Dopo di che, difficile a credersi, ma vergognosamente vero, nell’inventario degli innumerevoli enti destinatari di fondi milionari da parte della regione, di cui Capua ha dato il nome, il Museo Campano non solo risulta da tali erogazioni totalmente escluso, ma non viene neppure menzionato quasi sia inesistente. Ogni commento a siffatta, surreale, situazione di fatto è naturalmente superfluo. Prof. Giuseppe Centore, Direttore emerito ed emerito Presidente del Consiglio di Amministrazione del Museo Campano

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