ALIFE – Sono stati ascoltate cinque persone, come testimoni dell’accusa, nel processo a carico di Pietro Sansone. Hanno parlato il maresciallo delle fiamme gialle Schiavone Angelo, il revisore dei conti Mauro Masullo, i dipendenti comunali Del Basso Edvige e De Luca Giuseppina. Ascoltato anche il consulente De Marco Antonio. Sostanzialmente l’udienza è stata buona per l’accusa, considerato che i testimoni, per grandi linee hanno confermato l’impianto accusatorio. Si tornerà in aula il prossimo anno quando saranno ascoltati altri testimoni. Una figura, quella di Sansone – difeso dall’avvocato Dario Mancino – che per quasi venti anni è stata praticamente rispettato e riverito da tutti: amministratori, politici e semplici cittadini. Davanti al suo ufficio c’era la fila, quasi ogni giorno. Ora, invece, sembra essere stato dimenticato di tutti. Pietro Sansone, ora in libertà, venne tratto in arresto oltre anno fa, per i reati di peculato e falso ideologico continuato in relazione a fatti commessi in Alife e Piedimonte Matese tra il 2007 e il 2010. Le indagini hanno preso inizio a seguito di notizie su presunte irregolarità amministrative e contabili perpetrate dal dirigente nell’esercizio delle sue funzioni.
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