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TEANO – Acqua pubblica, le accuse dell’Italia dei Valori

teano. “Sono trascorsi, ormai, due anni, era infatti il 12 agosto 2010, da quando sui muri della nostra cittadina compariva il criptico manifestino, a firma dell’Amministrazione Comunale, con cui  si rendeva nota l’esistenza di un non meglio individuato problema a carico della rete idrica comunale. La presenza di arsenico oltre i limiti consentiti dalla legge, nell’acqua fornita dai pozzi di Santa Reparata e Sant’Antonio.  In questi due anni, purtroppo, non abbiamo avuto alcuna risposta alle nostre ripetute sollecitazioni, circa il monitoraggio dei livelli di arsenico presenti nell’acqua dei vari pozzi; e, nel frattempo, abbiamo provveduto noi stessi a monitorare i livelli di calcare presenti nell’acqua di nuova fornitura, proveniente dall’acquedotto della Campania Nord Occidentale, gestione EniAcqua Campania. In particolare, nel mese di Novembre 2010, rendevamo note le nostre perplessità circa il tipo di soluzione adottato dal Comune di Teano; in particolare, mettevamo in evidenza il notevole danno economico a cui sarebbero stati esposti i nostri concittadini, a causa del danneggiamento delle condotte, delle caldaie e degli elettrodomestici che avessero utilizzato, sopratutto, l’acqua calda. Tutto ciò si è puntualmente verificato. Inoltre avevamo illustrato, anche, alcune proposte mirate al riutilizzo della nostra acqua, evitando ai cittadini di pagare canoni sempre più “salati”, conseguenza del contratto capestro che spesso le società private, facendo intravedere la luna nel pozzo, fanno concludere alle Amministrazioni pubbliche in difficoltà: tantissimi sono, al riguardo, gli esempi in tutta Italia. Più in dettaglio, avevamo proposto di utilizzare dei filtri di separazione dell’arsenico dall’acqua, contenenti idrossido di ferro granulato. Tale materiale, avendo una buona capacità di trattenere il metallo pesante, con un costo relativamente contenuto in fase d’impianto e successivamente con un bassissimo costo di manutenzione, avrebbe permesso, alla popolazione di Teano, di continuare ad utilizzare l’acqua delle rinomate sorgenti natìe. Inoltre, a supporto di questa risoluzione, evidenziavamo che parecchi comuni l’avevano già adottata con successo; per tutti riportavamo l’esempio di Sesto Calende (VA), comune di undicimila abitanti, che con una spesa di circa 400 mila Euro, aveva risolto definitivamente il problema dell’arsenico. Alla luce delle notizie riportate, recentemente che evidenziano un debito delle casse comunali di circa 450mila Euro nei confronti della società EniAcqua Campania, invitiamo nuovamente i responsabili, a riconsiderare le ipotesi da noi formulate, circa il riutilizzo delle nostre acque. In un momento di crisi economica e sociale così profonda, i cittadini non possono ulteriormente essere penalizzati dall’incapacità dell’amministrazione nel redigere un piano infrastrutturale strategico, che abbia l’obiettivo di risolvere in modo definitivo i nostri problemi; nel caso specifico, quello dell’acqua.  Certo, c’è da dire che a Teano siamo sempre stati particolarmente sfortunati, in quanto a gestione dell’acqua pubblica: abbiamo tutti ancora ben presente la vicenda dei pozzi realizzati in località Carrano, attraverso i quali la Casmez ci ha reso generosi fornitori dei comuni del litorale domitio, ai quali abbiamo “donato” parte delle nostre risorse idriche; con la spiacevole, dannosa, conseguenza del notevole abbassamento della falda, in tutta l’area della piana di Maiorisi”.
E’ questa, in sintesi, la nota a firma dell’associazione “Nuovi Orizzonti” dell’Italia dei Valori di Teano

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