SPARANISE – Centrale Turbogas, scattano i licenziamenti. Paga il personale di Sparanise. Ecco cosa succede quando si aprono le porte ai colossi con la speranza di miracoli

SPARANISE – La crisi pesa anche sulla centrale Turbogas di Sparanise che avvia una serie di tagli che, ameno per ora, colpiscono tutti lavoratori della città dell’Agro Caleno. Saranno licenziati, infatti, undici operai addetti alla sicurezza. Tutti di Sparanise, assunti attraverso la costituzione di un’apposita cooperativa. Altre due persone, addette alla pulizia, sono state licenziate alcune settimane fa. Resta la preoccupazione per ulteriori tagli che potrebbero interessare venti unità lavorative, tutte del posto; tagli che potrebbero arrivare entro settembre.  Così, il mega impianto che doveva risolvere, per buona parte, il problema occupazionale di Sparanise sembra avviato a percorrere le storie  delle tante attività industriali che sono nate e poi scomparse nella zona industriale calena. Solo nel 2008 la Turbogas di Sparanise ha venduto Cinquanta milioni di euro di energia per un utile di circa  sei milioni. Ma a Sparanise i benefici sembrano essere stati pochissimi. Il licenziamento degli undici vigilantes rappresenta un forte campanello di allarme e pesa sui lavoratori attualmente dipendenti della Lavoro e Giustizia ma allocati presso l’impianto di produzione di energia elettrica,  vincolati e tutelati dalla stessa Calenia Energia, che li ha fatti selezionare e qualificare per gli scopi della vigilanza dell’impianto. Gli undici vigilantes si sono già rivolti ad un legale di loro fiducia – l’avvocato Salvatore Piccolo, consigliere comunale di opposizione – per tutelare i propri interessi dopo che, alcuni giorni fa, sono stati destinatari della lettera di licenziamento, in vista della scadenza del contratto quinquennale. La centrale termoelettrica di Sparanise, Calenia Energia spa è posseduta all’85% dalla Egl Lussemburghese e al 15% dalla Hera spa. Alla fine della costruzione del sito industriale si dichiara che essendo l’impianto produttivo “obbiettivo sensibile” servono guardie armate. Così, dopo un’attenta e scrupolosa analisi di mercato la Calenia sottoscrive un contratto – era il 26 maggio del 2007 –  con la cooperativa Lavoro e Giustizia di Caserta per lo svolgimento del servizio di vigilanza armata presso il sito della centrale. La cooperativa dal canto suo assume personale locale fissandolo in undici unità. Ora, però, la proprietà avrebbe stabilito che “il sito non è più sensibile” e quindi bastano anche due persone non armate a guardia della struttura.  “La decisione assunta dall’azienda, precisa l’avvocato Piccolo, non trova alcuna giustificazione per la riduzione dei costi. Infatti, sottolinea il legale, il costo della vigilanza incide sul fatturato del bilancio della Calenia Energia S.p.A. chiuso al 30.09.2011, appena per lo 0,6% per una somma che supera di poco i 500mila euro annui. Ancor meno – conclude Piccolo – incideva sul bilancio della società le spese per la pulizia della struttura; prestazioni eseguite da due operai del paese, licenziati nei giorni scorsi che assorbivano appena lo 0,1%”.  Insorge la politica in città contro quello che viene ritenuto un colpo diretto contro l’economia della zona mentre i lavoratori chiedono l’intervento dell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Mariano Sorvillo, affinché si faccia garante del livello occupazionale e del rispetto degli accordi. Riprendono l’ascia di guerra anche gli ambientalisti che lo scorso febbraio hanno dato vita al “Comitato di coordinamento delle azioni volte ad assicurare la salute e lo sviluppo sostenibile dei cittadini del comprensorio”.  Un comitato al quale ha aderito anche il consigliere regionale dell’Udc, Angelo Consoli. Una delle prime azione è stata l’istanza rivolta al Presidente della Repubblica affinché l’esecutività del decreto A.I.A. (autorizzazione integrata ambientale) di rinnovo dell’autorizzazione sia temporaneamente sospesa fino ad una responsabile valutazione e approfondimento delle problematiche connesse. Al comitato di coordinamento hanno aderito i sindaci dei comuni di Calvi Risorta Antonio Caparco, di Francolise Nicola Lanna e di Pignataro Maggiore Raimondo Cuccaro. Giorgio Napolitano, in una breve nota, ha assicurato di aver sottoposto all’attenzione del Ministero dell’Ambiente la questione.

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