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Il breve sciopero di stamattina

SESSA AURUNCA – Consorzio Aurunco di Bonifica: lo sciopero ad oltranza dura solo due ore, gli operai fanno dietrofront

SESSA AURUNCA (Matilde Crolla) – E’ durato solo due ore lo sciopero dei dipendenti del Consorzio Aurunco di Bonifica. Gli operai sono arrivati al lavoro convinti di perorare una giusta causa, ma con il passare dei minuti l’incertezza ed il timore di una diffida rispetto ad uno sciopero non autorizzato ha preso il sopravvento sui loro animi infuocati e tutto è rientrato. Si sono rimessi all’opera, lasciando al vento parole, commenti, accuse e lettere protocollate inviate alla Prefettura la scorsa settimana, quando avvisavano che dal 26 settembre sarebbe iniziata l’agitazione, mentre dal 1 ottobre lo sciopero generale a tempo indeterminato. Evidentemente la preoccupazione ha preso il sopravvento dopo la lettura di una comunicazione inviata via Pec da parte della Prefettura di Caserta, pervenuta nei giorni scorsi, in cui si diffidava i dipendenti a garantire i servizi essenziali. E così come una bolla di sapone tutto è svanito e i lavoratori sono rientrati alle loro postazioni di sempre in attesa di uno stipendio che non si sa quando arriverà. Con l’amarezza di chi si è ritrovato solo a dover portare avanti una battaglia in solitudine. Nella lettera inviata alla Prefettura da parte del Coordinamento Autonomo dei Lavoratori del Consorzio Aurunco di Bonifica si leggeva: “Noi   sottoscritti,    dipendenti   del  Consorzio     Aurunco     di  Bonifica    con  sede  in  Sessa Aurunca da   ormai   diciotto mesi   (in  alcuni   casi  anche    22  mesi),   non   riscuotiamo     le  competenze stipendiali;   nonostante     ciò  abbiamo   comunque     sempre   assicurato  responsabilmente    i  servizi     quali    la   bonifica,     la   irrigazione     e   il prosciugamento dei   terreni     facenti    parte    del comprensorio. Il susseguirsi dei commissari straordinari, nominati dalla Regione Campania a partire dal 2012,  a  seguito   dello   scioglimento   degli  organi   elettivi   per  gravi  inadempienze   amministrative,   non   ha sortito    alcun   effetto    positivo    per   quanto    concerne     il  nostro    trattamento     economico     anzi,   al contrario,     ha  aggravato   la situazione   rendendola    insostenibile  per  i dipendenti.   Molti  di noi  sono ridotti  al lastrico  e nessuno   sa prospettarci    soluzioni   o tentativi  di sorta  al riguardo. Dobbiamo,     inevitabilmente,   rappresentare    agli  organi   giudiziari,   la non   infondata    ipotesi   di gestioni   non   corrette    o superficiali    e,  non   per   questo   altrettanto    gravi,   come   pure   l’assenza    di puntuali   controlli   da parte  degli organi  regionali  a ciò tenuti  per  disposto   normative    (L.R. 4/2003). Riteniamo,    a questo  punto,   che  siano   state  violate   norme   giuridiche,   contabili   ed in  primis  il dettato    costituzionale   che  prevede   il  diritto   dei  lavoratori    ad  una  retribuzione    proporzionata    alla quantità e qualità del loro  lavoro (Art.36  della Costituzione  Italiana). Da  ultimo,   preso  atto  della  formale  della risposta   scritta  all’interrogazione   consiliare   presentata    dal Consigliere    Giampiero    Zinzi,   a  firma   del  dott.   Filippo   Diasco   la  quale  recita   in  chiusura:   ” … si ritiene,   pertanto,    che   la  problematica   debba   essere   affrontata    a  livello   regionale    mediante    una valutazione    dell’organo    politico … (cit.  test.)”,   dobbiamo    ritenere   di  non   avere  ulteriori   margini   di prospettive    future  né tantomeno   proposte   per  sanare  la situazione   debitoria  pregressa”.

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