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TORA E PICCILLI – Scuola, il comune dimentica i bambini disabili: la rabbia dei genitori

TORA E PICCILLI (di Antonio Migliozzi) – Per il secondo anno scolastico consecutivo, un papà di due bambine disabili, si è visto costretto a prendere dei provvedimenti legali per poter far valere dei diritti alle proprie figlie. Eppure è strano tutto questo,  se si considera che per i “trasporti” (specialmente quelli verso i centri commerciali di comuni vicini) il sindaco Natascia Valentino è apparsa particolarmente sensibile.
“Sono Angelo Marciaro, giovane papà residente nel Comune di Tora e Piccilli Sono genitore di due bambine disabili le quali frequentano la scuola Primaria e quella dell’Infanzia presso il plesso scolastico di Piccilli. A distanza di una settimana dall’apertura del calendario scolastico non siamo stati ancora messi in condizioni di poter usufruire del trasporto degli alunni per le mie figlie per poterle recare a scuola. Noi,come tanti altri genitori presi da simili problematiche, siamo pronti ad esternare la nostra rabbia nel vedere simili disagi. Dopo un’intera estate, nella quale si sarebbe potuto provvedere all’organizzazione di tale importante servizio, ad oggi che ci troviamo a scuola iniziata già da diversi giorni, ancora non possiamo usufruire del servizio trasporto degli alunni. Noi, come tutti i genitori, siamo ostinati ad andare fino in fondo perseguendo le giuste vie al fine di salvaguardare i diritti delle nostre due figlie in quanto bimbe speciali. Colgo l’occasione per poter aggiungere che il  plesso della scuola frequentate dalle mie bambine, in virtù di genitore ho già esposte più volte il problema in quanto sulla pedana per i disabili che permette l’entrata a scuola ancora manca una apposita tettoia, creando delle grosse difficoltà in caso di pioggia con tutti i disagi per le mie figlie disabili a poter gestire un ombrello,bagnandosi sistematicamente e rimanendo tali per tutte le ore di lezione della mattinata. Nel portare avanti questa battaglia in difesa delle mie figlie, non mi sento un eroe e né tantomeno una persona che vuole cedere il pelo nell’uovo, ma mi ritengo solo un genitore, anzi dei genitori insieme a mia moglie, che vogliono far valere i diritti delle proprie figlie e di tutti quei bambini che possono trovarsi nelle nostre stesse condizioni”.

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