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TEANO – Truffa milionaria, si cerca un secondo latitante

TEANO – Caccia a un secondo latitante nell’inchiesta per riciclaggio ed esercizio abusivo di attività finanziaria in cui sono spariti oltre 250 milioni di euro raccolti in Italia con le promesse di generosi interessi, del 10%, ottenuti tramite trasferimenti ed investimenti in banche svizzere del gruppo Rothschild, nonché con la promessa di mantenere l’anonimato al fisco. Il gip di Firenze ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare anche per P.P., 46 anni di Pordenone, abitante a Treviso, direttore esecutivo della società con sede in Svizzera, con sede a Grosseto, Rothsinvest, non autorizzata a fare intermediazione finanziaria in Italia.

Il suo nome era emerso nell’inchiesta di procura e Ros dei carabinieri di Firenze, ma solo con gli interrogatori di garanzia che il gip ha fatto sui quattro arrestati si è chiarito il suo ruolo-chiave nei trasferimenti di denaro tra Svizzera e Montenegro, con cui teneva rapporti costanti. Di qui la richiesta degli inquirenti di arrestarlo in carcere. Ma anche lui, come già il ‘dominus’ dell’organizzazione e uomo di fiducia del gruppo Rotschild, il californiano Robert Da Ponte, é irreperibile.

Oltre ai flussi per la Svizzera, verso istituti di credito della Rotschild e del gruppo Falcon Bank, le indagini degli investigatori fiorentini seguono la pista del Montenegro. Nel paese balcanico esiste un ente, denominato Porto Montenegro, cui gli indagati muovevano ingenti quantità di denaro. Secondo ipotesi investigative, le operazioni in Montenegro sarebbero state seguite da Poriniensi, che comunque era totalmente al corrente di quanto avveniva nella filiale italiana di Rotshinvest.

DA PONTE IN BANCA PRIMA DELLA FUGA. TELEFONATA CON UN IMPRENDITORE DI FUCECCHIO

L’americano Robert Da Ponte, il ‘Madoff’ della Maremma sparito con 250 milioni di euro raccolti in Italia avvalendosi del suo ruolo di dirigente di spicco del gruppo svizzero Rothschild, nelle settimane prima di diventare latitante ebbe un incontro in una sede del Monte dei Paschi di Siena a Firenze. Sull’incontro, che per ora rimane ‘misterioso’ agli investigatori di procura e Ros dei carabinieri di Firenze, sono in corso indagini.E’ Da Ponte stesso che, udito in conversazioni dai carabinieri, ne fa cenno parlando con un cliente che gli ha affidato i suoi capitali, un campano imprenditore a Fucecchio, titolare di un calzaturificio. L’incontro avuto da Da Ponte nella filiale fiorentina di Mps ci fu a metà marzo e durò circa tre ore.
UN ARRESTATO,  C’E’CHI S’IMPICCHERA’

“Mancano 150 milioni di euro, c’é un casino che non ti immagini…150 milioni… c’é gente che si dovrà impiccare. Io ho capito cosa è successo… secondo me prendeva questi soldi (dei clienti della finanziaria Rothsinvest, ndr), se li prendeva lui, però continuava a pagare a tutti quanti gli interessi, quando gli hanno congelato i conti non ha potuto più far fronte a queste cose qui”.

Così un avvocato palermitano A.T., adesso agli arresti nel carcere di Sollicciano, parlava il 20 maggio scorso alla fidanzata inglese riferendosi al ‘Madoff della Maremma’, l’americano Robert Da Ponte.

“Qualcuno che dobbiamo capire chi è sicuramente l’avrà minacciato che non ha mandato i soldi”, diceva ancora A.T. prima di essere arrestato. “Sono stati fatti i conti e di fatto c’é questo buco qua. Io domani mattina devo affrontare un signore che ha dato 40 milioni di euro. Gli posso dare una bella corda e gli dico: “Impiccati!'”. (ansa)

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