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foto di repertorio

ARIENZO / SAN PRISCO – Uccide la compagna e poi si costituisce. 55 donne uccise in pochi mesi

ARIENZO / SAN PRISCO  – Uccide la compagna e poi si costituisce.  Sono, dall’inizio dell’anno, già  55 i casi di femminicidio. Questa mattina, alle ore 06.30 circa di questa mattina Piscitelli Nicola, cl. 1961, di Arienzo (CE), si è presentato presso la Stazione Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere riferendo che poco prima, a seguito di una lite, aveva accoltellato la propria compagna presso la Cava Tifatina situata nel comune di San Prisco (CE). L’uomo, in evidente stato di agitazione, aveva con se un coltello ancora parzialmente insanguinato. L’immediato intervento dei Militari dell’Arma presso il luogo segnalato ha consentito di rinvenire il corpo ormai senza vita di Lentini Rosaria, cl. 1957, catanese. La donna era in posizione supina, all’interno di un sacco a pelo riversa sul terreno. Sul luogo sono ora in corso rilievi e accertamenti da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta e della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere. Indagini in corso.  Piscitelli Nicola è attualmente in stato di fermo.

I numeri terribili:
Sono già 55 le vittime di femminicidio nei primi cinque mesi del 2016. È il tragico bilancio aggiornato dopo l’omicidio di Sara Di Pietrantonio, la 22enne uccisa e data alle fiamme dall’ex fidanzato. Quarantatré di questi omicidi, secondo l’istituto di ricerche economiche e sociali Eures, sono avvenuti all’interno del nucleo familiare, e la metà (27) all’interno della coppia. Il dato è in diminuzione rispetto alle 63 donne uccise nello stesso periodo dell’anno scorso. Ma per il presidente di Eures Fabio Piacenti si tratta «di un calo leggero, non così significativo e comunque inferiore a quello che ci sarebbe aspettati». Ma da almeno dieci anni i femminicidi sono in costante aumento.   Analizzando i dati dell’ultimo decennio, le donne uccise sono 1740: 1251 all’interno della famiglia, 846 per mano di un fidanzato e 224 assassinate da un ex. Nel 40,9% dei casi, a muovere la mano dell’assassino è il movente passionale, mentre nel 21,6% l’omicida ha agito dopo una lite o per un dissapore. Ma quali sono le armi più utilizzate? Nel 32,5% degli omicidi è stata utilizzata un’arma da taglio, nel 30,1% l’assassino ha dato fuoco alla vittima. Infine il 12,2% dei killer ha fatto uso di “armi improprie”, il 9% ha strangolato la vittima, e il 5,6% l’ha soffocata.  Non sono  da dimenticare, poi, le violenze e le aggressioni subite dalla vittima prima di essere uccisa: verificatesi nel 16,7% dei casi, ma solo l’8,7% delle quali denunciate alle forze dell’ordine. E poi c’è il suicidio del killer: nel 31,3% dei femminicidi l’assassino si è poi tolto la vita, nel 9% ci ha provato senza riuscirci.

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