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Un momento della cerimonia in aula consiliare

CELLOLE – Lotta alla camorra, Barretta consegna le chiavi della città al magistrato Sirignano

CELLOLE (Matilde Crolla) – La cittadina litoranea di Cellole ha vissuto ieri una giornata di forte spessore sociale. Alla presenza di importanti autorità militari, civili e religiose della provincia di Caserta, il sindaco Angelo Barretta ha conferito la cittadinanza onoraria al magistrato Cesare Sirignano, già sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. “E’ necessario infondere nella società la cultura dell’isolamento del boss, del prepotente. Solo in questo modo si può iniziare a combattere la camorra”, queste le parole con cui Sirignano ha sintetizzato il suo concetto di lotta alla criminalità organizzata. Una battaglia che è diventata per lui una ragione di vita, ora più che mai nel suo impegno quotidiano di contrasto al terrorismo. E’ arrivato puntuale Cesare Sirignano in piazza Raffaello, accompagnato dalla sua scorta e dalla sua compagna, Ilaria Sasso del Verme, anch’essa magistrato della DDA di Napoli. Ad accoglierlo le autorità civili e militari nella persona del sindaco di Cellole, di Sessa Aurunca, di Roccamonfina, di Mondragone, di Carinola, di Teverola, del capitano della compagnia di Sessa Aurunca, arrivato appena da una settimana Fedele, del vice prefetto Italiano, del questore Messina, del presidente del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Alemi. La cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria si è aperta con l’intonazione di tutti i presenti dell’Inno d’Italia. Ad aprire i lavori, nell’aula consiliare, è stato il primo cittadino Angelo Barretta che ha spiegato le ragioni profonde della sua scelta. “La decisione di conferire la cittadinanza onoraria al dottore Cesare Sirignano nasce da un presupposto personale. Ho conosciuto il magistrato in un momento particolare della mia precedente esperienza di commissario. Mi ha profondamente colpito il suo impegno nel servire lo Stato, nella sua lotta alla camorra, alla ndrangheta, al terrorismo ed alla contraffazione. Un magistrato umano- ha continuato Barretta- che ha lasciato in me un segno indelebile. Per questo all’epoca mi promisi che se fossi diventato sindaco della mia amata Cellole, il primo atto pubblico sarebbe stato quello di conferire la cittadinanza onoraria a Cesare Sirignano”. Barretta ha ringraziato tutti i militari dell’Arma e gli agenti di polizia presenti nell’aula consiliare, sottolineando il loro impegno quotidiano nel garantire la sicurezza dei cittadini. La parola è passata poi al vice prefetto Italiano che ha posto l’accento sull’importanza che “questa vicinanza tra i vari esponenti istituzionali che ricoprono ruoli diversi possa avere una continuità anche futura”. Il questore Messina, invece, si è prima soffermato sulla figura di Sirignano “magistrato che si è distinto tra i tanti nel combattere la criminalità organizzata nel Casertano. Una delle organizzazioni più radicate sul territorio nazionale e dunque più difficili da debellare. Cesare Sirignano è un esempio- ha continuato Messina-. Il suo contributo in questo momento al Comune ed all’intero territorio è notevole per il suo alto senso dello Stato, ma soprattutto della legge”. Il presidente del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Alemi invece ha messo in evidenza come “essere al servizio dello Stato, come nel caso di Sirignano, spesso significhi anche rinunciare ad una parte della propria vita privata. Quando incontriamo magistrati come lui non possiamo non nutrire la massima stima”. Altrettanto interessante è stato anche l’intervento di Felice Romano, segretario nazionale del Siulp e cittadino cellolese a tutti gli effetti. “Sono onorato di essere cittadino di questo paese, io sono figlio di questa terra. Questa sera stiamo partecipando ad un evento importante, la presenza di tanti sindaci in un territorio martorizzato è un segnale da non trascurare. Questa comunità- ha spiegato Felice Romano- esprime molti suoi figli che sono al servizio del Paese. Se, come stasera, la politica ritorna ad essere come quella di un tempo, che faccia da camera di compressione, allora si può ben sperare. La guerra militare, infatti, serve solo a darci l’illusione che si stia combattendo l’illegalità. Ma la vera battaglia deve partire dalla società, dalle istituzioni che devono lavorare insieme ed in sinergia”. Ha preso nuovamente la parola il sindaco Barretta che ha ricordato la presenza in aula consiliare anche del commendatore Colletta e della Capitaneria di Porto di Mondragone. Gli interventi sono continuati con il parroco di Cellole, don Lorenzo Langella, che ha portato i saluti del vescovo, monsignor Orazio Francesco Piazza. Don Lorenzo ha sottolineato l’importanza della coesione sociale: “La camorra è terrorismo locale e sociale che vuole dividere il popolo”, ha affermato. Anche il senatore D’Anna ha posto l’accento sull’importanza della lotta alla criminalità e sull’impegno di Sirignano in tal senso. A prendere per ultimo la parola è stato proprio il protagonista della serata, che ha manifestato la sua commozione per l’evento a lui dedicato. “Nella mia carriera ho cercato sempre di dare spazio all’aspetto umano più che a quello tecnico. In tutte le occasioni ho cercato di avere equilibrio, dote necessaria di un magistrato a mio avviso, al di là delle capacità tecniche. Oggi più che mai- ha spiegato Sirignano- il ruolo del primo cittadino è decisivo, dunque il mio invito questa sera a tutti i sindaci presenti è quello di non perdere questa opportunità”. Per Sirignano il sindaco deve fungere da esempio in una comunità se vuole preservarla e proteggerla. “Sono stati raggiunti importanti obiettivi nella lotta alla camorra, ma essa è ancora molto radicata sul territorio. Il degrado sociale, la mancanza di opportunità è terreno fertile per chi gestisce il denaro. C’è bisogno di infondere la cultura dell’isolamento del boss. Bisogna squalificare i prepotenti. E’ compito prima del sindaco quello di mettere alla porta tutti coloro che con atteggiamenti camorristici intendono imporre la propria volontà. Questo è il primo passo per la lotta alla camorra ed alla criminalità organizzata in genere”. Dopo l’intervento di Sirignano, accompagnato da uno scroscio di applausi, il sindaco Barretta ha proceduto a consegnare le chiavi della città di Cellole. Un momento di forte commozione anche del pubblico, tra cui spiccavano i consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione di Cellole, il capogruppo di ‘Generazione Aurunca’ Alberto Verrengia di Sessa Aurunca, l’imprenditore Tonino Picascia e l’avvocato Cristina Compasso, figlia del magistrato ed europarlamentare cellolese, Franco Compasso, che tanto onore e lustro ha dato alla sua città di origine per l’impegno politico e personale.

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