TEANO – Trasferivano soldi all’estero, arrestate cinque persone. Spariti 250milioni di euro

TEANO – I Madoff di Grosseto, con 500 clienti, investimenti «al riparo dal fisco», spariti 250 milioni: quattro arrestati, uno scappa. L’accusa: associazione a delinquere.  Un’associazione a delinquere internazionale finalizzata al riciclaggio. O — detto in altri termini — un gruppo capace di «raccogliere almeno 250 milioni di euro» da una «selezionata clientela», composta da almeno 5oo toscani, ai quali veniva assicurato «un interesse al 10% annuo» al riparo «dal fisco italiano». Una storia che ricorda molto quella di Gianfranco Lande, meglio conosciuto come il «Madoff dei Parioli».

È un’inchiesta — quella coordinata dal procuratore capo di Firenze Giuseppe Quattrocchi e dai sostituti Giulio Monferini e Gianni Tei — che deflagra con quattro arresti: i carabinieri del Ros hanno infatti fermato Mario Bevilacqua, residente a Follonica, ma anche Salvatore Aria, l’avvocato Alfredo Tortorici e la romana Stella Terziantz. Manca un quinto indagato che non si trova perché — secondo quanto raccontano al telefono gli stessi sospettati — si è dileguato nel nulla «portandosi dietro il malloppo». I soldi, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sparivano dall’Italia tramite la Rothinvest che a sua volta li stornava all’estero «attraverso i canali bancari elvetici del gruppo Rothschild e della Falcon Bank». «Se questo (il ricercato, ndr) non torna, siamo in mezzo a una strada. Il problema è serio: noi abbiamo certificati per più di 250 milioni di euro di clienti: se lui non c’è, chi li paga gli interessi ai clienti?», dice al telefono Salvatore Aria. Un ricercato che non è uno qualunque ma uno che «gestisce — scrivono i pm — diversi conti correnti presso la Falcon Bank con i quali assicura anche operazioni finanziarie spericolate compiute da soggetti contigui ad ambienti criminali».

Camorra, secondo gli accertamenti del Ros. Proprio per questo motivo le autorità svizzere gli hanno chiuso diversi conti utilizzati per «appoggiare diverse operazioni di transazione per la ventida di oro e petrolio». Temendo di non essere più solvibili, gli indagati decidono di «combinare un incontro con Nathan Rotschild», che tutti chiamano Nat, rampollo della dinastia dei Rotschild, uno dei gruppi finanziari più influenti e importanti del mondo. «Vengo da Rotschild in prima persona a parlare a Zurigo e voglio un appuntamento da lui in prima persona, perché mi ha assunto dodici anni fa e come minimo mi deve ricevere e spiegarmi come stanno le cose. Faglielo presente già da ora questo discorso», dice Bevilacqua a un interlocutore che vive in Svizzera. «Voglio sapere da Nathan: tutti i depositi che io fatto mediante (omissis, ndr) sono garantiti da Rotschild?», afferma. Un viaggio che gli inquirenti valutano come «un ricatto a Nathan Rotschild per coprire il buco finanziario». Ma non è soltanto una storia europea, questa.

Dato che «la raccolta di denaro» avviene in Toscana — denaro che poi torna ai clienti sotto forma di carte di credito prepagate anonime — ci sono alcune operazioni che sono finite sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti. Ad esempio ci sono un privato e il Consorzio Toscano Cooperative, «interessati alla prestazione di servizi finanziari per la realizzazione dell’operazione Genius Mundi, a cui (omissis, ndr) e Rothinvest garantivano assistenza finanziaria». Soldi per un «metaprogetto finalizzato alla realizzazione di un parco tematico, dedicato a Leonardo da Vinci e alle sue Macchine Meravigliose» a Bientina, in provincia di Pisa, che viene sviluppato da una società fiorentina. Al setaccio anche la «prestazione di servizi finanziari per realizzare opere edilizie e impianti di fornitura di energia in stati esteri da parte di imprese italiane», oltre alle immancabili «operazioni di investimenti immobiliari».