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PIANA DI MONTE VERNA – Scende ancora il prezzo del latte, 148 aziende in ginocchio. Ma manca il coraggio per la protesta

piana di monte verna. La centrale del latte di Piana di Monte Verna taglia, ulteriormente, il prezzo del latte alla stalla. Tre centisimi in meno per ogni litro di latte. Una riduzione che mette in ginocchio le 148 aziende dell’intero territorio che conferiscono il latte alla centrale della Parmalat.

La mancanza di coraggio
Servirebbe una protesta – ferma e duratura – per convincere il colosso del latte a ripristinare il prezzo precedente. In prima fila dovrebbero esserci i produttori e poi gli amministratori dei comuni dell’intera area interessata dal problema. Purtroppo, però, il coraggio sembra mancare e così la “prepotenza” di Parmalat sembra passare senza trovare “alcuna resistenza”.
Il colosso parmigiano da tempo punta alla riduzione del prezzo per l’acquisto della materia prima, ritenendolo fra i più alti d’Europa. Un prezzo che secondo i produttori riesce appena a coprire le spese.

La crisi
La crisi occupazionale in Terra di Lavoro investe, dopo il settore industriale, anche l’agricoltura. Un provincia, quella di Caserta, che possiede il record nazionale negativo con una crescita del 400% della cassa integrazione. Presto decine di allevamenti potrebbero trovarsi in difficoltà a seguito della decisione di Parmalat. E’ allarme fra gli agricoltori della zona che da tempo lottano contro la riduzione del prezzo di cessione del proprio prodotto.
Nello stabilimento diP iana di Monte Verna,a rrivano ogni giorno, mediamente, circa 1000 quintali di latte, tutti di Alta Qualità.  Con queste cifre – precisano alcuni allevatori – appare  impossibile fare nuovi investimenti così come appare difficile disporre della liquidità necessaria per affrontare le spese per eventi eccezionali come, ad esempio, la rottura dei mezzi o degli impianti. Si prospetta quindi un dramma per centinaia di imprese casertane.
L’azienda avrebbe giusitificato l’ultima riduzione del prezzo alal stalla con problemil egati all’andamento del mercato e quindi alla necessitò di adeguare il prezzo di acuqisto della materia prima.
Gli allevatori, invece, ipotizzano che l’azienda di Parma utilizzi sempre più prodotto importato dall’estero a prezzi moltop iù bassi di quelli praticati dai produttori italiani.
Chiaramente anche la qualitò del prodotto potrebbe non essere la stessa di quella garantita dai produttori italiani.
Se si considera che il costo che un agricoltore deve sostenere per produrre un litro di latte è di circa 35 centesimi (di cui oltre 18 sono rappresentati da costi di nutrizione degli animali) si evidenzia immediatamente che l’utile per ogni impresa è limitatissimo. Con queste cifre, infatti, appare  impossibile fare nuovi investimenti così come appare difficile disporre della liquidità necessaria per affrontare le spese per eventi eccezionali come, ad esempio, la rottura dei mezzi o degli impianti.

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