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TEANO – Delitto Mollicone, rinviato il prelievo del DNA. Prima si farà un sopralluogo

TEANO – Delitto Serena, slitta il prelievo di Dna, prima sarà fatto il sopralluogo. Caso Mollicone: ulteriori accertamenti prima del prelievo del dna, che era in programma per alcunigiorni fa. La decisione dopo il vertice in Procura a Cassino, fra magistrati, uomini del reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri e tre ufficiali del Ris di Roma. Un faccia a faccia fra il procuratore capo Mario Mercone, il sostituto Beatrice Siravo, e gli investigatori, prima di nuovi accertamenti investigativi. Non è escluso un nuovo sopralluogo sul luogo del ritrovamento del cadavere della studentessa di Arce, morta 11 anni fa, ma questa è solo una delle ipotesi. Sugli accertamenti preventivi prima del prelievo c’è il più stretto riserbo. Sta di fatto che i cinque indagati che nell’incidente probatorio non si sono sottoposti al prelievo del dna comparativo, hanno fatto richiesta volontaria già da tempo.
Il momento della verità per l’ex maresciallo dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, il figlio Marco, la moglie Maria, l’ex fidanzato di Serena, Michele Fioretti e sua madre, Rosina Partigianoni, tutti indagati per omicidio e occultamento di cadavere, è slittato di qualche settimana. Sarebbe di  una donna l’impronta digitale lasciata sul nastro adesivo utilizzato per fissare il sacchetto di plasdtica sulla testa della povera Serena Mollicone. L’indiscrezione è trapelata nei giorni scorsi e secondo al cune voci sarebbe fondata su dati certi. Se ci sarà la conferma a questa indiscrezione, allora, potrebbe essere stata anche una donna a partecipare al delitto della 18enne di Arce. Magari la donna sarebbe intervenuta in un secondo momento, durante l’occultamento del cadavere. Il professor Novelli dell’Università di Tor Vergata  si Roma, ha individuato e potuto definire due Dna. Uno lasciato  su una gamba della vittima, l’altro sulla maglietta. Si tratterebbe, secondo alcune indiscrezioni, di Dna maschili.
L’impronta digitale, invece, sarebbe quella lasciata sul nastro adesivo utilizzato per fissare il sacchetto di plastica sulla testa della giovane. Delle sei persone indagate solo una, finora, ha accolto la richiesta della Procura sottoponendosi al prelievo per definire il Dna e compararlo con quello ritrovato sul corpo della vittima. Solo il carabiniere Suprano si è sottoposto al test, tutti gli altri hanno colto un cavillo legale per evitare, almeno per ora, il test.
Ora la Procura potrebbe disporre nuove consulenze per obbligare quindi i tre indagati ad eseguire i test per la comparazione del Dna.
“L’assassino e i suoi complici hanno le ore contate. Farebbero m eglio a costituirsi ai magistrati”. Sono parole di Guglielmo Mollicone, il padre di Serena che dopo oltre dieci anni da quel terribile delitto si sente vicinissimo alla verità.
Tre dei sei indagati sono di Teano, praticamente una intera famiglia è coinvolta nell’indagine. L’ex maresciallo dei carabinieri – comandate, all’epoca dei fatti,  della stazione di Arce -Franco Mottola, sua moglie e il figlio Marco.
Dopo oltre 10 anni dalla morte di Serena Mollicone, trovata morta in un bosco ad Arce il primo giugno 2001, due giorni dopo la sua scomparsa, le indagini sul suo omicidio giungono a una svolta: gli inquirenti hanno infatti trovato 15 tracce biologiche, probabilmente dell’assassino (o degli

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