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ALIFE – Municipio, appalto per il museo e Antimafia: tutti con le bende sugli occhi. Quando la legalità è solo una parola

ALIFE – L’appalto per la realizzazione del nuovo museo del paese “puzza”. L’antimafia ha sempre avuto un occhio di riguardo per  l’impresa e per alcuni professionisti coinvolti nella vicenda. Sono scattati degli arresti che hanno portato in carcere figure di primo piano. Figure che ad Alife erano di casa.
Eppure, in tutto questo, durante la passata campagna elettorale l’argomento non è stato nemmeno sfiorato. Non una parola sulla cappa che pesa sui lavori al Museo. Nemmeno un accenno.
Ma come mai? Eppure nella lista guidata da Cirioli che sembrano autentici paladini della legalità e della trasparenza. Forse la vicenda era talmente “trasparente” che è sfuggita alla loro attenzione?
Forse perché nella lista, e ora nella maggioranza, guidata da Salvatore Cirioli ci sono due “superstiti” (Angelo Giammatteo e Alfonso Santagata) di quel governo locale che appaltò i lavori finiti sotto la lente della Procura Antimafia?  Forse perché nell’amministrazione guidata da Cirioli si trova gran parte della passata minoranza consiliare (Gianfranco Di Caprio & C.)  che non è riuscita a scorgere nulla di quello che stava accadendo? Oppure ha visto ed ha preferito tacere? Intanto la Prefettura mette nero su bianco e dice che l’impresa è in odore di camorra.

Ecco una parte dell’interdittiva antimafia emessa contro Archicons

“…….. PREMESSO che: il Comune di Portici, l’Agenzia del Demanio di Roma, la Circumvesuviana srl hanno formulato richiesta di certificazione antimafia ai sensi deH’art.91 del D.Lgs. 159/2011 sul conto della Archicons s.r.l. con sede in Napoli, Via Posillipo n.55, C.F. 04477151213;
–     il 31 marzo 2016 sono state rilasciate informative antimafia a carattere liberatorio sul conto della predetta società e dei signori La Regina Guglielmo, e Bazzarini, rispettivamente amministratore unico e direttore tecnico dell’impresa. Il suddetto La Regina Guglielmo è anche socio di maggioranza dell’impresa con il 64% delle quote sociali, mentre il rimanente 36% è detenuto da La Regina Francesco;
PRESO ATTO degli aggiornamenti fatti tenere dalle Forze dì Polizia ed ili particolare dell’ordinanza di misura cautelare in carcere n. 166/2016 del 18.4.2016 p.p. n.6593/2014 RGNR emessa dal GIP del Tribunale di Napoli nei confronti di nove persone accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo camorristico, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio ed altre irregolarità nelle procedure di affidamento di lavori di committenza pubblica, condotte realizzate al fine di agevolare il clan dei casalesi con specifico riferimento alla fazione facente capo a Michele Zagaria, in relazione all’appalto per la progettazione della ristrutturazione di un immobile storico sito in Santa Maria Capua Vetere (CE) (Palazzo Teti Maffuccini, confiscato nel 1996 a Di Muro Nicola, padre di Di Muro Biagio, sindaco del Comune all’epoca dei fatti contestati ed indagato nel procedimento penale in questione);
CONSIDERATO che nella suddetta ordinanza La Regina Guglielmo, amministratore e socio della Archicons s.r.L, risulta imputato per i reati di corruzione, turbata libertà degli incanti e concorrenza nella falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, in quanto, in qualità di rappresentante legale della Archicons srl, società di professionisti interessata alla progettazione dell’intervento da espletare su incarico della Lande srl, incaricava Di Giovanni Loredana (intermediaria tra Zagaria Alessandro, i pubblici ufficiali del comune sammaritano e i rappresentanti delle ditte appaltatrici) di contattare Zagaria Alessandro affinché questi garantisse, mediante la dazione di una somma di danaro, l’aggiudicazione della gara d’appalto alla società Lande, aggiudicazione poi effettivamente compiuta; il tutto con l’aggravante di cui alPart.7 L. n.203/91, per aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni previste dalFart.416 bis c.p. al fine di agevolare l’attività…..”
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un commento

  1. Scusa ma io leggo che l’assessore responsabile era Enrico Palmieri. Non doveva accorgerene lui?