NAPOLI – Nella mattinata odierna la Squadra Mobile di Napoli, con la collaborazione del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ed agli arresti domiciliari emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di dodici persone. Gli indagati, a vario titolo, devono rispondere dei reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione, turbata libertà degli incanti, detenzione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti e tentata estorsione. Le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che si è avvalsa del contributo dichiarativo di numerosi collaboratori di giustizia, hanno esplorato ed avuto ad oggetto i rapporti tra la società Kuadra S.P.A., con sedi a Napoli, Roma e Genova (facente capo ad alcuni imprenditori napoletani) ed esponenti di spicco del clan camorristico Lo Russo, detti I Capitoni, operativo nell’area Nord del capoluogo, in specie nell’area di Miano, Piscinola e Sanità ed e stato evidenziato il particolare interesse di tale famiglia camorristica, unitamente ad altre, agli appalti ed agli ingenti interessi economici che ruotano all’interno delle principali strutture sanitarie ed ospedaliere della città. Dopo la recente azione giudiziaria che ha duramente indebolito il Clan Lo Russo, artefice di una forte contrapposizione armata con i clan camorristici limitrofi, con l’ arresto del reggente Carlo Lo Russo e dell’ ala militare, la presente inchiesta ha efficacemente aggredito il gruppo criminale dei Capitoni negli interessi economici, individuando un canale che consentiva di acquisire ingenti somme di denaro versate nelle casse del sodalizio ed utili per il sostentamento delle famiglie degli affiliati in carcere e per le spese legali. Si è accertato come i Lo Russo, tramite esponenti apicali dell’organizzazione, controllassero di fatto la società Kuadra che risultava co-gestita dai membri dell’ organizzazione e dagli imprenditori, amministratori di quella società. Tale connubio consentiva alla Societa Kuadra S.p.A., anche grazie alla forza di intimidazione del clan, di condizionare il mercato del lavoro e la gestione dei lavoratori, molti dei quali familiari del clan Lo Russo o persone da questi imposte. Sul punto e stato verificato che diversi familiari dei Lo Russo, assunti dalla società, non prestavano alcuna attività lavorativa, percependo regolarmente gli stipendi con conseguente versamento nelle casse del clan camorristico di ingenti somme di denaro. Al riguardo, come anche confermato dai collaboratori di giustizia, gli importi versati al clan dalla società e dai suoi amministratori ammonterebbero a circa 40.000 Euro al mese. II clan Lo Russo, anche attraverso propri referenti apicali, partecipava alle decisioni strategiche della società seguendo, attraverso dipendenti di Kuadra, le procedure per l’acquisizione degli appalti ed in alcuni casi intervenendo, con i metodi tipici dell’ organizzazione criminale di riferimento, per dirimere vertenze sindacali che infastidivano il vertice societario. Di conseguenza, grazie alla consapevole combinazione di interessi con i camorristi, i vertici imprenditoriali della società erano in grado di controllare le attività economico-imprenditoriali nel capoluogo campano nella specifico settore dei servizi di pulizie e di acquisire appalti nelle pubbliche amministrazioni, in particolare in Aziende Ospedaliere di rilievo nazionale, potendo anche contare su funzionari corrotti in grado di sponsorizzare 0 favorire l’affidamento dell’ appalto. L’importante connubio camorra/imprenditoria, cosi come verificato dalla presente inchiesta, ha consentito ad entrambe le parti (imprenditori e criminali organizzati) di ottenere vantaggi reciproci oltre che acquisire ingenti capitali e consentire, inoltre, alla criminalità organizzata di infiltrarsi nel tessuto economico cittadino e nella pubblica amministrazione. Verificati, al riguardo, episodi di turbativa della libertà degli incanti e di corruzione di funzionari pubblici dipendenti dell’ Azienda Ospedaliera di rilievo nazionale Santobono-Pausilipon, che, contravvenendo ai propri doveri di ufficio e ricevendo in cambio somme di denaro, fornivano ai referenti della società Kuadra, con riferimento alle procedure di affidamento dell’ appalto triennale per i servizi di pulizia, informazioni privilegiate e riservate e addirittura programmando e pianificando la sostituzione delle buste contenenti le offerte depositate onde favorire la suddetta società a scapito delle altre partecipanti all’appalto. Grazie alla particolare potenza economica, potendo contare nel saldo rapporto con la criminalità organizzata e uno dei pili potenti clan camorristici napoletani, gli amministratori della Società Kuadra avrebbero nel tempo acquisito particolare potere nel settore degli appalti pubblici, con clienti pubblici e privati sparsi su tutto il territorio nazionale, investendo anche ingenti somme di denaro all’estero.
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