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PIEDIMONTE MATESE – Istituto Caso, arrivano i fondi per la scuola peggiore d’Italia

PIEDIMONTE MATESE – Istituto Caso, arrivano i fondi per la sistemazione del tetto. Sono serviti quasi cinque anni di lotta da parte della dirigenza, dei professori, degli alunni e dei genitori per ottenere le necessarie risorse. I secchi, i contenitori per raccogliere l’acqua piovana nella palestra, nei laboratori, lungo i corridoi, saranno, a breve, un lontano ricordo. Così come saranno un lontano ricordo i teli di plastica necessari per riparare dall’acqua le attrezzature e le apparecchiature dei laboratori. Laboratori che da tempo gli studenti non possono utilizzare.  Eppure il Caso rappresenta ancora oggi una delle realtà formative più importanti dell’intera provincia di Caserta. Saranno impegnati circa 230mila euro, di cui 80mila euro erano fondi destinati alla ristrutturazione dell’Istituto Agrario (della stessa città) danneggiato dal terremoto del 2013;  la restante parte arrivano attraverso fondi CIPE.     “Sembra essere giunta a termine  una battaglia estenuante – precisa Nicolino Lombardi, dirigente scolastico dell’istituto Caso di Piedimonte Matese – condotta dalla nostra scuola per rivendicare il diritto allo studio. Dopo oltre quattro anni, finalmente  – conclude Lombardo – sono stati erogati i fondi necessari per riscattare l’istituto simbolo dell’area del Matese. Ora però bisogna fare in fretta”.   Un istituto che era diventato, invece, il simbolo negativo di tutte le scuole d’Italia tanto da guadagnare la maglia  nera della classifica, e diventando la peggiore scuola d’Italia.
Infiltrazioni nel soffitto al punto che quando pioveva si dovevano sistemare secchi e stracci sul pavimento di aule e corridoi per trattenere l’acqua; guaine di asfalto sollevate sulle tettoie; fori fatti con il trapano nelle pareti per consentire alle infiltrazioni d’acqua di trovare una via di fuga, avendo già abbondantemente danneggiato la staticità dei muri.  Ora potranno partire i lavori per una riqualificazione dell’edificio ed in particolare del tetto. Risorse sbloccate grazie alla collaborazione tra la Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio, l’Agenzia per la Coesione Territoriale e la Provincia di Caserta. Una task force di esperti si è attivata a seguito delle segnalazioni dei media, di studenti, insegnanti e dell’associazione Cittadinanzattiva. L’appalto dei lavori è stato trasmesso al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti entro il 30 aprile, termine oltre il quale – per la legge sulla Buona Scuola – l’intervento sarebbe stato definanziato. Le emergenze e le criticità saranno finalmente un lontano ricordo: l’avvio del cantiere è previsto per la fine dell’anno scolastico in corso.
E questo è un altro aspetto preoccupante. Infatti, da pochi giorni, sono stati conclusi i lavori per la tinteggiatura interna dell’intera struttura. Un intervento reso possibile grazie a fondi del Ministero: ottantottomila euro grazie al progetto “Scuole belle”. Se la pioggia dovesse continuare a cadere, in attesa dei lavori per la sistemazione della copertura, allora le infiltrazioni d’acqua potrebbero “ricolorare” le mura con muffa e sporco. Insomma, non bastano gli annunci a risolvere il problema. L’arrivo dei fondi è un’ottima notizia, una bella prospettiva per il futuro, intanto i ragazzi dell’Istituto Industriale Caso di Piedimonte Matese sono ancora “sott’àcqua”. Ad ogni pioggia i secchi, bidoni e contenitori vari devono essere “sistemati” in molti locali della struttura. Gran parte dei laboratori sono inutilizzabili, nella palestra piove; piove su alcune scale. Poi c’è la paura che anche questa volta tutto possa restare una promessa. E’ già accaduto in passato. Sui disagi che pesano sui circa 400 studenti dell’Industriale matesino era intervenuto anche lo stesso governo Renzi che aveva promesso una rapida soluzione: sono trascorsi anni, invece. Se la questione del Caso sembra avviata verso la conclusione,  non si scorgono prospettive per il recupero dell’Istituto Agrario di Piedimonte Matese (diretto sempre da Nicolino Lombardi), chiuso per problemi strutturali dopo il terremoto di tre anni fa. (Corrieredelmezzogiorno – Giancarlo Izzo)
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