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SAN PIETRO INFINE – Case popolari, la denuncia di Fuoco: abbandono e degrado

SAN PIETRO INFINE (di Antonio Migliozzi) – La minoranza consiliare del Comune di San Pietro Infine capeggiata dal consigliere Mariano Fuoco per il gruppo Uniti per San Pietro Infine, ha denunciato il forte stato di abbandono in cui versano le case popolari del paese. “Lo stato indecente in cui oggi versano le case popolari di via Libertà e via Dante Alighieri in San Pietro Infine – hanno dichiarato – non è più sopportabile. Un complesso di edilizia popolare costituito da 13 palazzine ubicate a ridosso della centrale Piazza Risorgimento, cuore storico del nuovo centro abitato di San Pietro infine. Il disagio abitativo che patiscono gli occu0panti di queste casette popolari è enorme. Facciate annerite dal tempo e dall’incuria, intonaco cadente, e in parte già caduto e mai rifatto, alcuni alloggi privi di infissi esterni, ma soprattutto tetti che fanno acqua da tutte le parti e che costringono gli occupanti dei primi piani di buona parte degli alloggi, nei giorni di pioggia, a disseminare per casa bacinelle e pentole di ogni specie, anche sui letti, per raccogliere l’acqua proveniente dai tetti. Esasperati alcuni occupanti hanno provato a proprie spese a porre rimedio a queste infiltrazioni con installazioni di fortuna di teloni di plastica sulle tegole di copertura, ma senza alcun effetto. A fronte di una così grave situazione l’attuale Amministrazione Comunale, invece di adottare provvedimenti anche temporali per ridurre il disagio degli occupanti, continua ad assegnare questi alloggi cadenti a famiglie indigenti poi costrette a ristrutturarli a proprie spese. Poiché rappresentano la storia recente del paese di San Pietro Infine, è opportuno un breve ‘esursus’ storico di queste palazzine. Turate su in fretta dallo Stato alla fine degli Anni ’40, primi anni ’50 per dare un tetto a chi l’aveva perso durante il secondo conflitto mondiale per la distruzione totale del vecchio paese, oggi Parco della Memoria Storica – Monumento Nazionale, per olre 40 anni le palazzine popolari non sono state più oggetto di lavori di ristrutturazione. Solo agli inizi degli Anni ’90, con l’amministrazione Pirollo, i complessi di case popolari di San Pietro infine rientrano nei finanziamenti statali per la riparazione post sisma dell’84, con un finanziamento complessivo di circa sei miliardi delle vecchie lire. A causa di ben note vicende giudiziarie i lavori non vennero completati dalla ditta appaltatrice, lasciando le palazzine di via Libertà e via Dante Alighieri nello stato in cui versano oggi. Negli anni 2002 – 03 si chiude l’arbitrato tra il Comune di San Pietro Infine e la ditta appaltatrice capofila che lascia nelle casse comunali, degli oltre sei miliardi di lire, appena 940.00,00 euro circa non più sufficienti, ormai, per completare la ristrutturazione delle palazzine in oggetto. Cosa ne sia stato di questo cospicuo residuo non si è tenuto a saperne, salvo per una parte consistente di tale somma che è stata spesa dalle ultime due Amministrazioni in progettazioni che non hanno alcun seguito. L’ultima possibilità di ristrutturare queste palazzine c’è stata lo scorso anno quando, nell’ambito del programma di accelerazione della spesa della Regione Campania, sarebbe stato possibile finanziare il progetto che prevedeva una radicale ristrutturazione del complesso popolare, rinunciando al cospicuo finanziamento di circa 8 milioni di euro. L’amministrazione Comunale, a tal proposito, ha inspiegabilmente, optato per la ristrutturazione dell’edificio scolastico in Piazza Risorgimento per il quale ottenne un contributo di circa 910mila euro, lavori ad oggi sospesi e non ancora ultimati, lasciando ancora una volta le palazzine in questione e i cittadini che le occupano al loro decadente destino. Pur volendo trascurare lo sconcio estetico delle palazzine, è evidente la necessità di un improrogabile intervento rivolto soprattutto al rifacimento delle coperture. Si ricorda che non si parla solo di muri e tetti, ma soprattutto della dignità delle persone che occupano questi alloggi. Un modico impegno di spesa consentirebbe a queste persone di venir fuori da uno stato di drammatico degrado da terzo modo non accettabile per il nostro piccolo paese. L’indignazione popolare cresce di più se si pensa che l’attuale amministrazione sta dando corso ad inutili aggiusti estetici di muri non pericolanti, impiegando decine di migliaia di euro, disattendendo ancora una volta le aspettative degli abitanti, accentuando la paradossale e assurda disparità tra i cittadini”.
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