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PIANA DI MONTE VERNA – Accusato dell’omicidio della zia, rinviato a giudizio De Siato

PIANA DI MONTE VERNA – A giudizio il killer di Lina Santabarbara. Il pubblico ministero Carlo Fucci della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha ottenuto il giudizio immediato per Pasqualino De Siato, il giovane che ha ucciso la zia con 37 coltellate, arrivando a squarciarle la gola per rapinare la vittima di qualche oggetto d’oro.
Il processo è stato fissato per il prossimo 18 giugno, davanti alla prima corte d’assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

L’imputato scarcerarto
Contestualmente il gip Baldassarre, accogliendo le richieste del difensore di De Siato, l’avvocato Bernardino Lombardi, ha scarcerato l’imputato confinandolo presso la Villa degli Ulivi a Caserta, all’interno di una struttura dove potrà essere curato ed assistito.
Il giudice nel suo provvedimento di scarcerazione ha fatto proprio la perizia fatta fare dall’avvocato Lombardi in base alla quale è stata accertata l’instabilità psichica di De Siato, definito come un soggetto bordeline che va curato e seguito in una struttura idonea. Il provvedimento è stato eseguito ieri pomeriggio. Alla difesa rimane ancora la possibilità di scegliere un rito alternativo per la prima udienza.  La procura intanto oltre a non aveva prestato parere favorevole alla scarcerazione ha mantenuto l’accusa di omicidio volontario, aggravato da futili motivi e dalla brutalità.

Le prove
Gli inquirenti grazie alle tracce lasciate da De Siato la mattina del 5 gennaio all’interno dell’abitazione della zia sono riusciti a ricostruire la dinamica del barbaro delitto.
De Siato nella sua confusione mentale lasciò tracce dappertutto, sangue sui cassetti in cucina, sui comodini, sul comò dove ha rovistato per trovare i soldi che la zia avrebbe dovuto tenere in casa ma che non c’erano. Impronte di sangue lasciate con le scarpe sul pavimento che hanno consentito agli investigatori del Ris di ricostruire anche tutti i tragitti fatti da De Siato.
Sangue anche sul pantalone dove la povera anziana ha lasciato la sua impronta con la mano nel vano tentativo di difendersi dalla furia del suo aggressore mentre De Siato le teneva la testa verso il basso e le lacerava la carotide. Di tutta questa brutalità contestata dal pm Fucci il killer non ne ha memoria.

Il mistero dell’arma
Rimane ancora un mistero: quello dell’arma che non è stata ritrovata né De Siato ha saputo o voluto dare informazioni in merito. Movente del delitto rimane l’intento di rapinare la 70enne.
De Siato non avendo trovato i soldi alla fine le strappò dal collo la catenina con il crocifisso e un braccialetto al polso dove evidenti furono i segni post-mortem.
Sotto sequestro restano i pantaloni e le scarpe ricoperti di tracce ematiche.  Il processo a carico dell’uomo, quindi, partità il prossimo giugno.
maria giovanna pellegrino

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