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foto di repertorio

PIEDIMONTE MATESE – Ricatto sessuale, la vittima inchioda Pepe: confermate le accuse davanti al giudice. Emergono però alcune contraddizioni

PIEDIMONTE MATESE – Ricatto sessuale, il pagamento di una boleltta dell’enel scaduta in cambio di “compagnia”. La vittima – Angela Zannini – conferma tutte le accuse contro Fabrizio Pepe. Lo ha fatto davanti al giudice nell’udienza di pochi giorni fa. Una testimonianza che sembra pesare come un macigno sul futuro del processo stesso. La donna non ha avuto alcuna esitazione nel rispondere alle domande del pubblico ministero confermando la “proposta” di Pepe: “ti posso aiutare ma devi passare un po’ di tempo con me”. Sono comparsi davanti alla Prima Sezione del Tribunale di S. Maria Capua Vetere i principali accusatori di Fabrizio Pepe, imputato insieme a Piero Cappello ed Antonio Ferrante di reati che avrebbero commesso nella loro qualità di amministratori del Comune di Piedimonte Matese.  In particolare, sono stati sentiti Angelina Zannini e Pasquale Florio.
La prima ha confermato le gravi accuse formulate a carico di Fabrizio Pepe al quale ebbe a chiedere un aiuto materiale per la grave situazione di precarietà economica che viveva, vedendosi chiedere in cambio qualche momento di intimità. Richiesta che la donna non accettò
L’imprenditore matesino Pasquale Florio, la cui escussione ha impiegato qualche ora, ha ripercorso tutte le tappe della sua controversa collaborazione con il Comune di Piedimonte Matese. Il Florio ha confermato le accuse già formalizzate agli uomini della Guardi di Finanza di Piedimonte Matese durante le indagini preliminari ed ha ribadito che Fabrizio Pepe, all’epoca dei fatti (giugno / luglio 2006) consigliere ed assessore presso detto Comune, abusando della sua qualità e dei suoi poteri, poiché il Florio era stato incaricato con nota del 20 luglio 2006 dal Comune di Piedimonte Matese di eseguire dei lavori presso l’area di stoccaggio RSU di Piedimonte Matese – consistenti nella realizzazione di una piattaforma in cemento -, a  promettergli di effettuare lavori in una sua abitazione del centro storico di Piedimonte Matese e del pagamento del corrispettivo, pari ad euro settecento, pur consapevole del fatto che il Comune di Piedimonte Matese non aveva ancora corrisposto al Pasquale Florio  le somme che gli spettavano in relazione ai lavori svolti per detto Ente. Ciò approfittando della situazione di debolezza del predetto, tanto che quando il Florio, non avendo ottenuto dal Comune il pagamento di quanto dovutogli per i lavori effettuati, richieste al Pepe il corrispettivo dei lavori effettuati presso l’abitazione privata, quest’ultimo si rifiutò di pagare dicendo che gli avrebbe fatto recuperare detta somma diversamente, ossia maggiorando le somme che il Comune gli sarebbe andato a liquidare per i lavori effettuati all’area di stoccaggio RSU.
Pasquale Florio ha confermato anche le accuse rivolte a Ferrante e Cappello e cioè ha ribadito che Ferrante, recatosi sul cantiere e rilevato che era necessario fare dei lavori di movimento terra, costringeva il Florio a promettergli che avrebbe mandato via la ditta Spinosa Luigi – alla quale il Florio aveva affidato tale tipologia di opere- giustificando tale richiesta con il fatto che lo Spinosa Luigi non li aveva votati, e ad affidare l’incarico alla ditta Alessandro Golino (che poi non accettava in quanto il pagamento sarebbe avvenuto con modalità che non lo soddisfaceva) e che Piero Cappello ed Antonio Ferrante, recatisi sul cantiere e rilevato che era necessario fare dei lavori di fornitura e posa di cemento, costringevano il FLORIO a promettere loro che avrebbe mandato via la ditta Cinotti Domenico e  che avrebbe affidato tali lavori alla ditta Imperadore di Gioia Sannitica. 

Il durissimo controesame delle difese:
Durissimo il controesame da parte degli avvocati difensori che con una serie di domande hanno messo in difficoltà i due testimoni dell’accusa. Hanno evidenziato una serie di contraddizioni nel racconto fornito da Florio e Zannini che sarà compito del tribunale valutare.

Il processo è stato rinviato al prossimo aprile, udienza in cui dovranno essere sentiti i rimanenti testi di accusa.  Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Giuseppe Stellato, Gennaro Iannotti e Sergio Ferritto. La parte civile Pasquale Florio è difesa dall’Avvocato Fabrizio Zarone, in quest’udienza sostituito dall’Avvocato Giusi Caparco.

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