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ALIFE – Bioidigestore e comunali, la “guerra” solo per un pugno di voti. Tonnellate di ipocrisie

ALIFE – La vicenda legata alla lotta contro il progetto per la realizzazione del biodigestore diventa sempre più chiara, a tratti nitida, perchè il passare del tempo porta a galla quella che potrebbe essere la vera “natura” della protesta. Una vicenda in cui l’amore per l’ambiente, per la natura, la tutela della salute dei cittadini appare solo essere uno specchietto per le allodole, uno strumento per attrarre voti, per convincere il cittadino (quello che non ha molto tempo per porsi troppe domande) che lottare contro quel progetto è l’unico modo per “garantire” il futuro alla città di Alife, alla sua cipolla, e soprattutto per permettere ai “soliti potenti” di poter continuare a “gestire” il destino dell’area.
Una ipotesi che potrebbe trovare fondamenta negli ultimi avvenimenti che vedono ambientalisti e politici (non solo locali) tacere in merito alla costruzione di un mega impianto per la raccolta e la gestione di batterie esauste.
Come è possibile che un ambientalista possa essere favorevole a tale struttura? Perché si tace? Convenienza? Altro?
Ecco perché la “guerra” contro il biodigestore appare sempre più solo una questione politica: per un pugno di voti. Appunto.
Ma perché la General arriva ad Alife e decide di scegliere quel territorio per realizzare un biodigestore?
In primis perché, probabilmente, quell’area è la più adatta progettualmente. Successivamente i vertici dell’azienda prendono contatto con l’amministrazione comunale, presentano l’idea, espongo i dettagli. Il sindaco Giuseppe Avecone e gli altri “vertici” del governo locale non oppongono “resistenza”, anzi Avecone avrebbe espresso apprezzamento perché quella idea era portatrice di benessere di sviluppo. Alcuni mesi dopo General viene ricevuta in municipio, ad Alife, alla presenza di quasi tutti i consiglieri comunali. Manca Gianfranco Di Caprio che, si sa, è consigliere di opposizione e vuole fare il sindaco.
Di Caprio, è furbo. Capisce che avallare l’iniziativa significherebbe, politicamente, fare un favore al sindaco e alla sua maggioranza che, alle elezioni della prossima primavera, avrebbe “argomenti” facili per attrarre consensi. Così Di Caprio non ha scelta: lotta dura contro il biodigestore.
Organizza un comitato, raccoglie consensi, cavalca il malcontento. A questo punto Avecone e i suoi sono spiazzati. Hanno paura di regalare a Di Caprio troppo spazio. Non hanno il coraggio di mantenere le loro posizioni favorevoli all’impianto e sposano la posizione del “no”.
Tutto il resto sono cose note a tutti, piene, soprattutto, di tonnellate di ipocrisie. Tutto per un pugno di voti
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Gianfranco Di Caprio, Angelo Giammatteo e Giuseppe Avecone contro il bioidigestore…. per un pugno di voti

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