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foto di repertorio

PIETRAMELARA – Guerra per la distribuzione del gas, processo Mauriello: l’accusa chiede il carcere

PIETRAMELARA – Guerra per la distribuzione del gas, durissima la richiesta del Pubblico Ministero contro Leopoldo Mauriello: 8 anni di carcere. Più mite, invece, la richiesta contro il fratello Giovanni Mauriello per il quale la pubblica accusa ha chiesto poco più di un anno di reclusione. Il difensore dei due imputati ha chiesto, invece, l’assoluzione, puntando l’indice contro le vittime che avrebbero orchestrato tutto per danneggiare i Mauriello. Indice puntato del difensore dei Mauriello, anche contro il maresciallo Pasquale Mariano, comandante dei carabinieri di Pietramelara, che avrebbe svolto con superficialità le indagini. Domani dovrebbe essere resa nota la sentenza del giudice di Napoli dove si è svolta oggi l’udienza del processo, per competenza dell’Antimafia. I fratelli Mauriello hanno affrontato il processo con la formula dell’abbreviato. Sempre domani si conoscerà la sorte degli altri imputati che, invece, hanno scelto il rito ordinario. Per loro il giudice deciderà se rinviare a giudizio oppure no.
Oltre ai due fratelli Mauriello e ad alcuni loro dipendenti, saranno in veste di imputati anche Bocconi e Miele. Questi due, infatti, sono accusati – in merito ad un singolo specifico episodio – di aver calunniato proprio i Mauriello. Per il resto Miele e Bocconi continueranno a vestire i panni delle vittime. Altra parte lesa è un imprenditore di Dragoni, Mallardo, che denunciò di aver subito minacce e aggressioni. Nel prossimo gennaio saranno davanti al giudice Leopoldo Mauriello; Antonio Gliottone; Giovanni Mauriello e Alfredo Caiamano. Sul banco degli imputati con l’accusa di calunnia anche Consuelo Bocconi e Francesco Miele.
I due sono i principali accusatori dei Mauriello ma le indagini hanno appurato che non ci sono prove per sostenere l’accusa – formulate da Miele e Bocconi – relativamente all’episodio del 03 dicembre 2011 quando, secondo l’accusa, alcuni degli indagati avevano speronato la vettura guidata da Consuelo Bocconi. Da ulteriori indagini svolte dai carabinieri di Pietramelara sarebbero emerse carenze nei riscontri  delle affermazioni della stessa vittima. In particolare Bocconi non sarebbe riuscita a documentare la riparazione della sua vettura per i danni subiti a seguito dello speronamento.  In più,  il carrozziere indicato dalla vittima quale artigiano che avrebbe effettuato le riparazioni, avrebbe negato ogni cosa, affermando di non aver mai conosciuto Bocconi e mai visto la sua macchina.
Tutto il resto delle accuse, al momento, restano in piedi nei confronti degli indagati: Leopoldo Mauriello; Antonio Gliottone; Giovanni Mauriello e Alfredo Caiamano. Fra i difensori figurano gli avvocati Vincenzo Cortellessa, Gennaro Lepre, Ambrogio Vallo, Ignazio Maiorano, Biagio Bianco

 

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