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foto di repertorio

PIGNATARO MAGGIORE / RIARDO / VAIRANO PATENORA / MARZANO APPIO – TEATRI D’ANIMA, PRONTA LA QUINTA EDIZIONE

PIGNATARO MAGGIORE / RIARDO / VAIRANO PATENORA / MARZANO APPIO –   Il festival Teatri d’anima, organizzato dalla Diocesi di Teano-Calvi in collaborazione con l’associazione Bereshit Teatro, celebra con orgoglio la sua V edizione.  Rimane in molti la memoria emotiva di tanti spettacoli che nel corso delle edizioni precedenti hanno accarezzato il cuore di quanti hanno partecipato, sia come operatori artistici che come spettatori. Un luogo di incontro questo festival, tra artisti sempre protesi alla ricerca del senso profondo della vita, e spettatori pensanti, curiosi anche di confrontarsi con forme particolarissime di utilizzo del teatro e della teatralità. La quinta edizione si mette in moto per raccontare, in luoghi diversi, che esistono spettacoli capaci di rispondere ad un rituale laico, di coinvolgere narratori e spettatori fino a toccare le corde più profonde dell’esistenza umana. Proseguendo nel tentativo di celebrare l’unione tra valore artistico e valore etico del teatro, il festival Teatri d’anima rinnova l’invito ad aprirsi spontaneamente verso una religiosità profondamente umana e, nel contempo, naturalmente sovrumana.

Questi gli spettacoli in programma:
“Ricordami di amarti” 9 gennaio 2016, ore 20:00, teatro parrocchiale Marzano Appio.
“Cechov suite” 23 gennaio 2016, ore 20:00, teatro parrocchiale Pignataro Maggiore.
“Piccole donne” 20 febbraio 2016, ore 20:00, teatro parrocchiale Vairano Scalo.
“Critone” 27 febbraio 2016, ore 20:00, castello di Riardo.

Il costo dell’abbonamento è di € 20.  L’ingresso sarà gratuito per tutti i giovani dai 16 ai 25 anni.

Sinossi e note di regia.

“Ricordami di amarti”, scritto, diretto e interpretato da Crescenzo Autieri, è uno spettacolo unico nel suo genere, dove i sentimenti hanno un ruolo centrale. Daniele e Martina sono cresciuti insieme e, sulle orme di “Orgoglio e Pregiudizio” si sono amati intensamente, credendo per troppo tempo di essere Darcy ed Elisabeth… ma il matrimonio li scaraventa nella più cruda realtà. Vicende imprevedibili portano i due a separarsi. Sembra tutto finito ma… nulla è impossibile quando si ama! Un lavoro dedicato a chi non smette di credere nell’amore, vero motore della vita.

Il secondo spettacolo, “Cechov suite”, di e con Sebastiano Cappiello e Daniele Mattera, è costituito dalla rappresentazione di quattro brani che esprimono la poetica dell’autore in una suite, i cui tempi si ispirano a brani musicali della tradizione russa. Su di essi danza, riflessa in uno specchio, la parata dei mostri grotteschi creati da Antòn Cechov nei Racconti e nei Vaudevilles. I quattro brani sono: Lo specchio deformante; Il fratellino; le due versioni (1886 e 1903) della scena-monologo I danni del tabacco. Due attori incarnano, di volta in volta, due conferenzieri, due fratelli e due coniugi. Lo specchio che reggono, cattura la falsità e la trasforma in verità, ricordando che l’arte dipinge ogni percorso umano e artistico con i colori del coraggio e della sincerità.

In “Piccole donne”, adattamento e regia di Ferdinando Smaldone, le vicende della famiglia March sono messe in scena da un cast esclusivamente femminile. Donne che escono, viaggiano e cambiano posto, sempre sullo stesso palco. Donne che ballano, si innamorano, si sposano. Il romanzo, a cui il lavoro teatrale si ispira, racconta la storia delle quattro sorelle March, che rispecchiano quelle della stessa famiglia dell’autrice del testo: Louisa May Alcott. Lo spettacolo è un taglio e una continua carezza al cuore…

Il quarto e tanto atteso spettacolo è il “Critone”, adattamento e regia di Angelo Maiello (direttore artistico della rassegna), con Giuseppe Ferraro. Il testo di Platone ha una sua intrinseca natura teatrale messa in scena con il chiaro intento di evidenziarne la sua folgorante attualità. L’adattamento semplice, volutamente essenziale, racconta di un maestro e del suo allievo, i quali discutono animatamente sul senso profondo della coerenza rispetto alla propria anima. Il maestro Socrate percepisce lentamente che proprio le persone a lui più care non condividono i suoi insegnamenti. La condanna più amara diventa quella dei suoi amici, che non accettano l’idea della sua morte e sono disposti a trovare, a qualunque costo, una via d’uscita. L’incomprensione di Critone genera nel maestro un dolore più sordo della sentenza di morte…

Il programma, vario e interessante, rappresenta un’opportunità di crescita umana e culturale da non perdere. (comunicato stampa)

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