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CASERTA – Processo Eco4, Cosentino: feci assumere i nipoti del cardinale Sepe. Sapevo del dossier contro di me, me lo rivelò la Capacchione

NAPOLI – «Ho segnalato e fatto assumere nella società Eco4 due nipoti del cardinale Sepe. Poi da Propaganda Fide acquistai un appartamento a Roma, nel quartiere Prati, pagandolo però ad un prezzo molto alto visto lo stato in cui era ridotto quando ne presi possesso». Così l’ex sottosegretario Nicola Cosentino durante l’esame in corso al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Cosentino, rispondendo alle domande del pm Milita, ha ammesso di aver segnalato numerose persone da assumere sia nel Consorzio rifiuti Caserta4 che nella società mista «Eco4», gestita dai fratelli Orsi, imprenditori ritenuti collusi con i Casalesi.  «Tutti i politici casertani e campani di ogni schieramento indicavano i loro nomi in enti come i Consorzi – ha raccontato Cosentino – Io ho indicato alcuni dei componenti del Cda del Ce4 come l’ex giudice tributario Pasqualino Lombardi (coinvolto nell’inchiesta sulla P3), che mi fu segnalato dall’onorevole Antonio Martusciello, il medico Diego Paternostro (ex direttore sanitario dell’ospedale di Caserta), l’ex assessore del Comune di Caserta Peppe Corbo. Fu quest’ultimo che mi segnalò anche due persone che poi seppi essere nipoti del Cardinale e mi consigliò di rivolgermi a Propaganda Fide per comprare un appartamento a Roma; ma non fui privilegiato, l’immobile era di 130 metri quadrati, lo pagai 630 mila euro e lo dovetti anche ristrutturare».
«Fu la giornalista Rosaria Capacchione, ora senatrice del Pd, a rivelarmi tra il 2008 e il 2009, quando lavorava al Mattino, che Alfredo Vito (ex parlamentare di Forza Italia, ndr) aveva provato a distribuire un dossier contro di me per evitare che fossi candidato alle Regionali del 2010». Lo ha detto l’ex sottosegretario Nicola Cosentino al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel processo «Eco4» in cui è imputato per concorso esterno in associazione camorristica. Il pm della Dda di Napoli Alessandro Milita ha posto domande che si intrecciano con un altro processo a carico dell’ex politico, quello cosiddetto «P3» in corso a Roma, in cui Cosentino è accusato di aver diffamato l’ex governatore Stefano Caldoro con un dossier poco prima delle Regionali del 2010, vinte proprio da Caldoro.
«Mai ricevuto dossier su Caldoro», ha specificato Cosentino. Per quelle elezioni, Cosentino era stato il primo candidato del Pdl, indicato da Berlusconi nell’ottobre 2009. «Poi, una settimana dopo la mia designazione, guarda caso – ha spiegato Cosentino – mi arrivò l’ordinanza di custodia cautelare in carcere e dovetti rinunciare. Ma già un anno prima – ha proseguito – fui vittima di una campagna stampa da parte dell’Espresso, che riportò verbali di interrogatori secretati del pentito Gaetano Vassallo. Denunciai giornalisti e politici come Vito che aveva rapporti con i servizi segreti e interesse a screditarmi, ma non fu trovato alcun colpevole sulla rivelazione del segreto istruttorio. So di certo però che Vito aveva un dossier contro di me, me lo disse Capacchione; ce l’aveva con me perché non lo avevo candidato nel 2008». Cosentino ha parlato poi di Walter Lavitola, condannato con Berlusconi per la vicenda della compravendita di senatori. «Non era mio amico, ma gravitava negli ambienti di Forza Italia perché era amico di Cicchitto». (corrieredelmezzogiorno.it)

 

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