CANCELLO E ARNONE – Piazze e marciapiedi smantellati, intervento inutile: oltre un milione di euro “rubati” alla collettività

CANCELLO E ARNONE (di Ettore Fieramosca) – Non si capisce perché in questo nostro amato paese succede di tutto tra l indifferenza generale. Succede che questi nostri amministratori responsabili al novanta per cento di aver portato il comune al dissesto hanno ancora il coraggio di dire che lavorano senza sosta. Effettivamente siamo quasi a Natale e nelle scuole si è sempre continuato a lavorate con gli alunni in classe fregandosene di tutti i disagi a loro causati ed esponendoli a seri rischi. Cosi dopo che i ragazzi delle medie sono scesi in sciopero, il Sindaco aveva promesso che per martedì scorso tutto sarebbe stato risolto. Infatti non si è smentito ed è stato costretto a chiudere le scuole per ulteriori cinque giorni non riuscendo,ancora u na volta , a mantenere quanto promesso. È mai possibile che non ne fate una buona. Ogni anno avete avuto seri problemi con le scuole. Che necessità c’era di iniziare i lavori in concomitanza dell’inizio delle lezioni. Amministrare una comunità non fa per voi provate a fare qualcos’altro. Sempre in tema di lavori certamente passeremo un Natale tra le macerie. Da via Consolare fino a via Roma compresa la piazza principale è stata smantellata tutta la pavimentazione di ottimo materiale ed in buono stato di conservazione per essere sostituito fino ad ora con materiale scadente e non adatto allo scopo. Le maggiori cause del debito pubblico dell’Italia sono gli sperperi le ruberie e i cattivi utilizzi di miliardi di euro dei lavori pubblici. A ciò si aggiungono gli scandali e gli sperperi nella sanità ed è tutto spiegato. Ma che bisogno c’era di rifare un’opera che nella quasi totalità era in ottimo stato. Un milione e mezzo di euro buttati al vento e rubati alla collettività. Vergogna. Ma si sa che i soldi fanno gola ed i lavori pubblici sono veri business.A mio parere visto l inutilità di questo lavoro sarebbe il caso che se ne occupasse Striscia la notizia o ancora di più la procura della corte dei conti o procura della Repubblica.