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SANTA MARIA CAPUA VETERE – Rubavano auto, sgominata banda del “cavallo di ritorno”. Vittime anche nell’Alto Casertano

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Nella mattinata odierna personale del Commissariato P.S. di Aversa ha eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal GIP del Tribunale di S. Maria Capua Vetere nei confronti delle persone di cui al separato elenco (cinque delle quali sottoposte alla misura della custodia cautelare in carcere, tre agli arresti domiciliari, mentre una non è stata rintracciata, e pertanto ne sarà dichiarata la latitanza). L’indagine che ha portato all’emissione dell’ordinanza cautelare, svolta dalla Squadra Investigativa del predetto Commissariato e coordinata dalla Procura della Repubblica di S. Maria Capua Vetere, ha consentito di accertare – anche grazie all’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali – l’esistenza di una temibile e ben strutturata organizzazione criminale, costituita da numerosi pregiudicati italiani e stranieri dediti a tempo pieno alla perpetrazione di furti di autovetture, alle conseguenti azioni estorsive (ed. cavalli di ritorno) e al riciclaggio di autovetture di provenienza illecita. L’operazione – ribattezzata dalla polizia giudiziaria procedente con il nome in codice “Nerone” dal nome del cane, un mastino napoletano, di proprietà di uno degli arrestati, la cui sorveglianza gli operanti hanno dovuto abilmente eludere per inserire microspie nelle pertinenze interessate – trae origine da una notizia confidenziale riguardante la presenza, nel comune di Casaluce, di un deposito destinato al ricovero di autovetture rubate. Dall’ascolto delle telefonate, nel corso delle investigazioni, sono ben presto emersi riscontri alla notizia, in particolare con riferimento all’attività e al ruolo di tale RUSSO Pasquale, capo dell’organizzazione. E’ risultato, altresì, che molte telefonate dirette alle vittime da parte degli autori dei cavalli di ritorno venivano effettuate da telefoni pubblici per stranieri ubicati in zona (l’accorgimento era chiaramente finalizzato ad evitare di essere rintracciati facilmente).

Le persone coinvolte nell’azione della Procura:

La tecnica utilizzata per perpetrare i flirti di auto era, del resto, molto sofisticata: venivano impiegate centraline di decodificazione fornite dall’elettrauto della zona, grazie alle quali i criminali erano in grado di superare agevolmente gli ostacoli frapposti da antifurti di ogni genere. Estremamente semplice, invece, era la tecnica di apertura degli sportelli delle auto, in quanto veniva utilizzato un cavatappi idoneo allo scopo.  Infine, all’atto della restituzione dell’auto rubata al proprietario – successivamente all’avvenuto pagamento della somma richiesta a titolo estorsivo – il veicolo veniva restituito e lasciato parcheggiato previa installazione di “blindo-sterzo“. Dalle conversazioni intercettate si aveva modo di constatare l’abbondante uso di linguaggio cifrato (ad esempio, termini come pantalone, ragazza, chiave, libretto e ambasciata venivano utilizzati per indicare le auto di interesse). Dalle indagini svolte è emerso, altresì, che, nell’ambito della medesima organizzazione criminale, si distinguevano, per il ruolo rivestito, tre sottogruppi: un primo gruppo si occupava prevalentemente del furto delle auto e della successiva attività estorsiva con il metodo del ed. cavallo di ritorno’, un secondo gruppo aveva il compito di porre in essere furti d’auto in vari territori della Campania; un terzo gruppo era, invece, dedito al riciclaggio di auto o di pezzi di auto rubate.

Nel corso delle indagini venivano scoperti i depositi dei veicoli rubati. Essi erano ubicati uno in Napoli, un altro in Casaluce, un altro ancora in Falciano del Massico e, infine, due in Gricignano di Aversa. In tali depositi, anche all’atto della perquisizione, sono state rinvenute numerose attrezzature per il “taglio” delle auto, nonché centraline di decodificazione.  L’indagine ha consentito di accertate la consumazione di più di 100 furti di auto e di recuperare circa 20 veicoli di provenienza illecita. Oltre ai soggetti nei cui confronti oggi è stata eseguita l’ordinanza cautelare, nel corso delle indagini sono stati eseguiti arresti in flagranza nei confronti di altri sette soggetti. L’indagine ha evidenziato, del resto, il coinvolgimento nei fatti, complessivamente, di circa 50 persone, per molte delle quali non sono state richieste o non sono state accordate misure personali, per carenza di esigente cautelari.