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CASTELVOLTURNO / CALVI RISORTA – Villaggio Coppola, Minieri: una Copacabana” di provincia completamente abusiva. Ex Pozzi: manca la volontà

CASTELVOLTURNO / CALVI RISORTA  –  Questa è la storia del Villaggio Coppola, storia dei fratelli Coppola che da venditori di baccalà sono diventati arditi costruttori di abitazioni e confezionatori di sogni. Su uno dei siti più belli del Mediterraneo, dove si trovavano “ben 150 specie di animali, inserite in un ecosistema perso per sempre”, in pochissimi anni nascono Baia Domitia e Villaggio Coppola, “una Copacabana” di provincia completamente abusiva. Le parole difficilmente possono rendere l’idea, perché tutto potrebbe apparire al pensiero razionale dei tanti come qualcosa di difficile realizzazione in uno Stato normale. E invece ecco che Minieri, con il suo racconto scorrevole, interessante e a tratti raggelante ci accompagna in questo eden dell’abusivismo, che tutti, ma proprio tutti, hanno permesso si realizzasse, e che ha distrutto tutto, anche le millenarie testimonianze archeologiche. E la chiave di lettura, qualcuno di voi ancora vorrà chiedermi. Nessuna preoccupazione, Minieri la offre immediatamente nella sua premessa paragonando il litorale Domizio dei fratelli Coppola e l’illusionista inglese Jaspe Maskelyne con il suo finto porto di Alessandria, costruito nel 1944, per distrarre le truppe tedesche che bombardarono, perché tratti in inganno, quella quinta scenografia in luogo del vero porto. E così, afferma Minieri, è avvenuto anche qui, su questo litorale casertano dove oltre un milione e mezzo di metri cubi di cemento, innalzati follemente sulla sabbia e sulla costa sottratta al mare, avrebbero dovuto consentire di vivere vacanze da sogno a tutta una media e finta borghesia formatasi tra Napoli e Caserta con l’aggiunta di una gran fetta di stranieri. I cartelli dicevano: “Città dell’Uomo”, “Paradiso dei Fiori” e per trent’anni ci hanno creduto tutti. (cs)

 

 

 

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