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FONTEGRECA / PRATA SANNITA – Caso Imundi, il marito ritorna libero. Fu omicidio colposo: la pena ridotta da 16 a 4 anni in appello

FONTEGRECA / PRATA SANNITA – Caso Imundi, il marito ritorna libero. Fu omicidio colposo: la pena ridotta da 16 a 4 anni in appello. Da giovedì Franco Ferruccio è completamente libero. I giudici dell’appello hanno accolto la difesa dell’imputato che aveva sempre indicato come un incidente la morte della moglie. Per questa ragione i giudici hanno condannato l’uomo per omicidio colposo, la pena, in realtà, è scesa da 16 anni (inflitta in primo grado) a 4 anni e sei mesi. Considerato tutto il tempo finora trascorso dall’uomo agli arresti domiciliari, Ferruccio ritorna completamente libero. Franco Ferruccio, marito della vittima, Carmela Imundi,  si è sempre proclamato innocente.  “Mia moglie voleva salvarmi. Io volevo suicidarmi, Carmela mi ha visto e senza esitare ha tentato di strapparmi la pistola dalle mani. Nella lotta è partito il colpo. Io non volevo  farle alcun male”. Questa, in sintesi, è stata sempre la tesi difensiva di Ferruccio.  Nessuno dei parenti della donna si è costituito parte civile. Una tesi avvalorata anche dalla testimonianza di Giuditta Orsi, migliore amica della Imundi, chiamata a sommarie informazioni riferisce: “Carmela mi aveva confidato che era sua intenzione far consegnare le armi che il marito deteneva poiché dopo il mese di settembre Franco aveva manifestato l’intenzione di suicidarsi. Ma ancor più rilevante è la dichiarazione dell’altra figlia del Ferruccio, la Sig.ra Enrichetta, la quale, a conoscenza dei tentativi suicidi, riferisce: “la mattina del 26.03.2012 chiamavo sul telefono di mia madre cercando di capire cosa fosse successo…..e chiamavo sul telefono di mia madre perchè io all’inizio pensavo che fosse successo qualcosa a mio padre….che fosse morto lui….per mano sua”. Ora, i giudici dell’Appello hanno riconosciuto le ragioni dell’imputato che ha affidato la sua difesa agli avvocati Francesco Ferrara e Riccardo Di Vizio.

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un commento

  1. Questo paese vive nel Medioevo. Una donna uccisa nella sua camera, un’arma che non doveva esserci, e ancora si parla di incidenti…. “Volevo suicidarmi, e lei ha tentato di togliermi la pistola”. Chi vuole suicidarsi non va a farsi “salvare”. Questa non è giustizia, non valgono tesi di depressione per giustificare reati simili. Un depresso non è violento verso il prossimo, ma ripiegato su se stesso. Finché anche le donne avalleranno certe posizioni, tante altre cadranno per mano di chi dicendo di amarle, vuole solo possederle/dominarle. Vergogna. E profondo sconforto per una vita spezzata che non ha avuto alcuna giustizia. Nessuna pietà per le vittime e solidarietà per uomini che la fanno franca.