TEANO – (di Antonio Migliozzi) “Ci hanno anche chiesto il certificato Isee, quando improvvisamente ci siamo visti recapitare una lettera dal Comune in cui veniamo invitati a lasciare l’abitazione popolare entro il 14 settembre”. Queste è quanto dichiarato da alcuni componenti delle tre famiglie che hanno ricevuto lo sfratto entro il 14 settembre per cedere gli alloggi a coloro i quali il comune di Teano ritiene i legittimi assegnatari. Stiamo parlando di alcuni alloggi di proprietà Iacp, laddove molti di questi appartamenti sembrano essere occupati da diversi anni da famiglie considerate abusive. Diversi mesi fa, le stesse tre famiglie furono invitate dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Nicola Di Benedetto di lasciare gli alloggi occupati per poter consentire di farne prendere possesso agli assegnatari. Il giorno dello sfratto i componenti delle tre famiglie, spalleggiate da molti compaesani, misero in atto una vera e propria contestazione con tanto di bombole contenti del gas ed alcune taniche di benzina, “minacciando” di darsi fuoco qualora si fosse realizzato lo stesso sfratto. Il tutto d’avanti alle forze dell’ordine dei carabinieri, dei vigili del fuoco, della polizia municipale ed il vice sindaco. Al termine della contestazione sembra che, in accordo con il vice sindaco ed il sindaco stesso, si doveva aprire un tavolo di concertazione alla presenza di tutte le istituzioni preposte, come quelle dell’amministrazione comunale, quelli dell’Iacp e il Prefetto. Da allora sembra che nulla sarebbe successo se non la lettera di sfratto giunta due giorni fa. “E’ vero che noi siamo degli abusivi anche da diversi anni – hanno continuato alcuni membri delle tre famiglie sfrattate – ma abbiamo dei figli e non abbiamo la possibilità di poter pagare un regolare fitto mensile per delle abitazioni civili di privati. Abbiamo chiesto più volte di incontrare il sindaco, ma ad oggi dobbiamo dire che questa cosa non si è mai verificata. Siamo anche disposti a lasciare questi alloggi, ma allora che l’Amministrazione comunale ci offrisse un’alternativa, perché non possiamo portare i nostri figli tutti minorenni a vivere sotto qualche ponte”. Adesso si spera che in questi giorni che mancano alla fatidica data del 14 settembre che si possa giungere ad un accordo tra le parti che possa tutelare quanto meno un tetto sicuro ai figli di queste famiglie sfrattate.
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