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TEANO – Vertenza Sarni, operai soddisfatti: la lotta ha dato buoni frutti

TEANO (comunicato stampa) –  Coincidenze? Sarà! Ma la presunta,da parte di alcuni,inutilità del presidio organizzato da parte dei dipendenti dell’area di servizio Teano-Ovest, ha dato i suoi “frutti” prima di quanto s’immaginava.
Il Sit-In cominciato il 30 giugno non ha avuto necessità di proseguire fino,almeno, al 04 luglio (giorno in cui decorrevano le prime 12 settimane richieste  per la C.I.G.S.) per un incontro organizzato da Sarni s.r.l. dopo solo il secondo giorno di protesta. Durante l’incontro tenutosi venerdì 03 luglio presso il ristorante il “Vecchio Mulino”,lo stesso Sarni,peró,ci tiene a precisare che la richiesta di un incontro era già in previsione d’essere organizzato dal 26 giugno,purtroppo tale intenzione, non è mai stata comunicata dalle segreterie sindacali provinciali ai dipendenti interessati dalla triste vicenda. La discussione è cominciata alle 10.00 e si è protratta sino alle 15.00 con l’unica intenzione, da parte di Sarni, di prolungare la Cassa Integrazione fino a settembre senza alcun tipo di garanzia aggiuntiva per i cassaintegrati dipendenti. La controparte non accettando assolutamente questa soluzione, era quasi giunta a sottoscrivere un mancato accordo perdendo la proroga della C.I.G.S. che comunque non può eccedere i 5 mesi. Solo al termine di un’accesa discussione, in cui faceva da padrona la dignità che i lavoratori cercavano di garantirsi, l’accordo viene finalmente raggiunto.
Questo prevede, a parte la proroga della Cassa Integrazione, il “[…] congelamento e quindi la conservazione del rapporto di lavoro alle medesime condizioni contrattuali attualmente in essere per singolo lavoratore […]”; inoltre, conclude che: “[…] ove al termine del periodo di C.I.G. in deroga i lavori di costruzione del locale non saranno ultimati i lavoratori rimarranno sospesi senza retribuzione fino all’apertura del locale […]”.
In soldoni,quello che può apparentemente sembrare un accordo sfavorevole per i lavoratori, in realtà è una grossa conquista a tutela della conservazione del posto di lavoro, seppur non retribuito al termine della C.I.G., che è l’obiettivo principale che si erano prefissati i due R.S.U. Maria Rosaria Mirabella e Fabio Santonastaso.

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2 commenti

  1. Americo Balasco

    La cassa integrazione non è MAI una vittoria dei lavoratori. Lo dice uno che ha vissuto sulla propria pelle questa esperienza. I sindacati spesso usano questa zolletta di zucchero per far ingoiare la medicina amara della perdita del lavoro. In azienda, dove ho lavorato per 20 anni, a sedare le proteste delle maestranze erano i sindacalisti e i dirigenti aziendali, che promettevano e prospettavano soluzioni paradisiache durante le riunioni. Dicevano, non allarmatevi, il gruppo sta per essere acquistato da un colosso mondiale, e intanto iniziavano a smontare i macchinari per venderli; non scioperate, altrimenti date l’ immagine di chi contesta e non ha voglia di lavorare e nessuno ci compra. Passavano, intanto, gli anni di cassa integrazione con la perdita di salario. Dopo alcuni anni di promesse, quando l’ azienda era ormai stata smantellata e non c’era più un euro di contributo statale o europeo da mettere in tasca, le circa 1000 maestranze sono state licenziate e poste in mobilità. Risultato: la proprietà ha tratto anche dei vantaggi economici dalla crisi aziendale con gli aiuti statali ed europei e gli operai con le loro famiglie sono rimasti in mezzo alla strada.

  2. Alla fine li licenzieranno tutti. Non lo hanno capito che fanno cosi ovunque