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Il maresciallo Angelo Simone e il suo vice Tommaso Mella

MIGNANO MONTELUNGO – Omicidio suicidio in Caserma, la città ricorda il maresciallo Mella. Un tragedia ancora senza ragioni

MIGNANO MONTE LUNGO – Omicidio suicidio in Caserma, la città di Mignano Montelungo ha ricordato ieri il maresciallo Tommaso Mella, ucciso con un colpo di pistola alla schiena dal suo comandante, il maresciallo Angelo Simone. In tanti, ieri sera, hanno partecipato alla cerimonia religiosa voluta in onore di una figura – quella di Mella – simbolo di onestà, fedeltà e senso del dovere.   Una tragedia, quella che avvenne nella caserma dei carabinieri di Mignano Montelungo nell’estate di tre anni fa, che resta ancora avvolta dal mistero. Resta ancora ammantata dal mistero la dinamica del tragico episodio che si verificò in via Piante a Mignano Montelungo, nell’alto Casertano, dove due carabinieri – il comandante della locale stazione ed il suo vice – morirono a seguito di un conflitto a fuoco avvenuto addirittura all’interno della caserma. Le vittime furono Angelo Simone, maresciallo, comandante dei carabinieri del luogo, vicino alla pensione e residente ad Alvignano, un centro a non molta distanza dal luogo; e il suo vice, Tommaso Mella, poco più che quarantenne, residente a Sora in provincia di Frosinone. Si era parlato anche di una pista passionale, prontamente smentita dall’allora comandante provinciale dei carabinieri di Caserta, Crescenzio Nardone.

I momenti della tragedia:
Mella e Simone erano di ritorno, intorno alle ore 10, da un servizio di pattugliamento effettuato in zona e una volta giunti in caserma avrebbero avuto un diverbio sfociato poi in tragedia. Il comandante, secondo una testimonianza, avrebbe puntato l’arma contro il commilitone, una volta fatto fuoco l’avrebbe poi rivolta verso se stesso togliendosi la vita con un colpoalla tempia. Il carabiniere che faceva da piantone accorse richiamato dagli spari ma trovò due cadaveri. Poco dopo fu accompagnato in ospedale a bordo di un’ambulanza del 118 perchè sotto choc. Simone aveva partecipato nel 2009 alla cattura del boss stragista dei Casalesi, Giuseppe Setola. Setola, autore di molti omicidi tra cui la strage di Castel Volturno, dopo essere sfuggito a un primo tentativo di arresto, si era rifugiato a Mignano e all’accerchiamento delle forze dell’ordine aveva provato un ultimo disperato tentativo di scappare ai militari. Il comandante della stazione Simone, di 52 anni, era separato e padre di due figlie, mentre il maresciallo in seconda Tommaso Mella, di 40 anni, lasciò la moglie e una figlia di 12 anni

I DISSIDI SULLA CONTABILITA’ – Su richiesta del vice comandante Mella in caserma erano stati avviati accertamenti sulla contabilità dei carburanti. All’origine della sparatoria ci sarebbero stati quindi «dissidi per questioni di servizio tra il comandante della stazione ed il vice». Lo disse ai giornalisti il comandante provinciale dei carabinieri Nardone. Il comandante della stazione Simone, di 52 anni, era separato e padre di due figlie, mentre il maresciallo in seconda Tommaso Mella, di 40 anni, lasciò la moglie e una figlia di 12 anni.

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