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Gennaro Galdiero e Pasquale Savanelli

CAIANELLO / SESSA AURUNCA – Delitto Galdiero, i periti: Savanelli è sano di mente. Ora rischia pena pesantissima

CAIANELLO / SESSA AURUNCA – Delitto Galdiero, i periti del Tribunale hanno deciso: Pasquale Savanelli era nel pieno delle sue facoltà mentali quando uccise Gennaro Galdiero. Allora, come ora, l’imputato era capace di intendere e di volere, quindi cosciente di ciò che faceva. Questa, in estrema sintesi la conclusione dei periti che nei giorni scorsi hanno eseguito le perizie sul reo confesso del delitto. Un brutto colpo per l’imputato e per la difesa che sperava, probabilmente, in un esito diverso per alleggerire la posizione del proprio assistito. Ora Savanelli rischia una pena pesantissima. Le indagini sembrano aver rafforzato sempre più la pista legata al delitto di interessi. Secondo alcune indiscrezioni sarebbe emerso un quadro di sostanziali sofferenza finanziaria.  Certamente delle frizioni fra Savanelli e la sua vittima esistevano, forse per questo Savanelli organizzò il pranzo con Gennaro Galdiero. Doveva essere l’ultimo tentativo, di Savanelli, di convincere Galdiero. Una volta finito il pranzo, Savanelli avrebbe realizzato la delusione per non aver raccolto i frutti sperati da quell’incontro: l’ira, in un attimo, prese il sopravvento, inseguì il suo socio, lo raggiunse e lo freddò con diversi colpi di pistola. Dopo alcune ore, Pasquale Savanelli, si consegnò ai carabinieri della stazione di Vairano Scalo ai quali confessò di aver sparato a Gennaro Galdiero. Non spiegò le ragioni di quell’azione. Non ha parlato mai più.  Tre i proiettili che avrebbero centrato Gennaro Galdiero. Uno di essi avrebbe colpito e trapassato prima una mano – che la vittima aveva vanamente messo a riparo del suo viso – per conficcarsi poi nel collo.

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