CALVI RISORTA / SPARANISE – Rifiuti sepolti al confine con i due comuni, il disastro ex Pozzi era conosciuto dal lontano 1997. L’assenza – in 18 anni – delle istituzioni diventa complicità. Ecco gli atti che dimostrano – chiaramente – la conoscenza, da parte delle autorità e delle istituzioni dei rifiuti sepolti alle spalle dell’ex Pozzi Ginori. Fatto salvo il merito di Salvatore Minieri, giornalista di Pignataro Maggiore, che ha il gran merito di aver acceso i riflettori sulla vicenda, costringendo le autorità ad intervenire. La speranza è che, ora, vengano fatte quelle bonifiche che dovevano partire circa 20 anni fa. Il primo allarme fu lanciato, nel 1997, da Nicola Cosentino che inoltro interrogazione all’allora ministro dell’ambiente. Cosentino raccolte la protesta e le preoccupazioni dell’allora sindaco di Sparanise, Antonio Merola.
Un anno dopo – siamo nel 1998 – fu una indagine condotta dal municipio di Calvi Risorta, allora guidato dal sindaco Antonio Caparco, a configurare l’immensità della discarica abusiva sotterranea.
Tutto questo rappresenta una grave complicità da parte delle istituzioni e delle autorità, a danno dei cittadini, del territorio e dell’intera provincia di Caserta. Perché in 20 anni nessuno ha mosso un dito? Perché in 20 anni nessuna bonifica? Chi sapeva – nelle istituzioni a vario livello – perché ha chiuso gli occhi?
Negli anni successivi la vicenda è sempre stata sotto la lente degli investigatori tanto che il municipio di Calvi Risorta, guidato sempre da AntoniO Caparco, attraverso il comandate dei vigili urbani esegue una precisa indagine raccogliendo dati e prove in un enorme faldone consegnato poi alla Procura della Repubblica. Lo scorso anno, siamo nel 2014, la vicenda arriva in consiglio regionale della Campania, davanti alla III Commissione Consiliare Permanente (Attività produttive – Programmazione, Industria, Commercio, Turismo, Lavoro ed
altri settori produttivi). Ecco il resoconto integrale di quella seduta