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Domenico Ferraiuolo

PIEDIMONTE MATESE – Camorra e sanità, la Cassazione annulla l’ordinanza di arresto per Ferraiuolo. Ma l’imprenditore resta in carcere in attesa del nuovo riesame

PIEDIMONTE MATESE – Camorra e sanità, la Cassazione annulla l’ordinanza di arresto per Domenico Ferraiuolo. Ma l’imprenditore di Piedimonte Matese resta in carcere in attesa del nuovo riesame che dovrebbe svolgersi entro una decina di giorni. Questo, in estrema sintesi, il risultato della giornata di ieri, a Roma, dove i giudici della Cassazione hanno affrontato il caso dell’indagato matesino. I giudici hanno deciso che non esistono più ragioni per tenere in carcere l’imprenditore, principalmente in merito ai due principali capi di imputazione. Per questa ragione hanno rimesso gli atti ai giudici del Riesame di Napoli che ora dovranno analizzare nuovamente la vicenda. Nel frattempo Domenico Ferrariuolo resta in carcere. Quanto deciso dalla Cassazione rappresenta sicuramente una importante vittoria della strategia difensiva dell’indagata, condotta dall’avvocato Ercole Di Baia.
Nei giorni precedenti era stato scarcerato Gabriele D’Antonio che ottenne il beneficio degli arresti domiciliari. Il giudice però concede il beneficio fuori regione, esattamente a Terni, da un parente. Secondo i magistrati antimafia – i lavori – specie quelli di somma urgenza – finivano quasi esclusivamente nelle mani di imprese controllate da imprenditori prestanome del clan dei Casalesi.  Al termine di un giorno e mezzo di camera di consiglio il tribunale del Riesame di Napoli ha stabilito di annullare l’ordinanza di carcerazione emessa dalla procura antimafia di Napoli nei confronti dell’ex consigliere regionale (eletto nelle file del Pdl) Angelo Polverino. La stessa decisione è stata assunta anche per altri tre dei 24 indagati in totale dell’ultima tranche sulla «sanitopoli» casertana, il fascicolo d’inchiesta che all’alba del 21 gennaio scorso aveva portato gli uomini della Dia all’interno dell’Azienda ospedaliera «Sant’Anna e San Sebastiano» di Caserta al culmine di nuove indagini sul sistema di assegnazione degli appalti e servizi che per la Dda finivano nelle mani di imprese nell’orbita della fazione Zagaria del clan dei Casalesi. I magistrati del Riesame hanno dichiarato decadute anche le ordinanze nei confronti di Antonio Maddaloni e Umberto Signoriello, che lavoravano in ospedale, e di Giuseppe Raucci. Per l’inchiesta dei magistrati antimafia, i lavori – specie quelli di somma urgenza – finivano quasi esclusivamente nelle mani di imprese controllate da imprenditori prestanome del clan dei Casalesi. Polverino resta comunque agli arresti domiciliari in ordine ad un’altra inchiesta, quella dell’assegnazione degli appalti all’Asl di Caserta che il 7 novembre del 2013 era deflagrata con arresti eccellenti.

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