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Gennaro galdiero e Pasquale Savanelli

CAIANELLO / SESSA AURUNCA – Delitto Galdiero, parte il processo: Savanelli ottiene il rito abbreviato e la perizia psichiatrica: quando uccise il socio era incapace

CAIANELLO / SESSA AURUNCA – Delitto Galdiero, parte il processo: Pasquale Savanelli ottiene il rito abbreviato. Prima però ci sarà una consulenza medico legale per stabilire la capacità di intendere e di volere dell’imputato nel momento dell’omicidio. Il giudice, il prossimo 19 maggio nominerà i due consulenti legali che dovranno analizzare la personalità di Savanelli. La richiesta è stata avanzata dai difensori dell’imputato, questa mattina, durante l’udienza preliminare. I legali di Pasquale Savanelli intendono dimostrare che il loro assistito quando ha freddato con tre colpi di pistola il suo socio in affari – Gennaro Galdiero – non era in grado di intendere e di volere.
Il processo parte circa un anno di distanza dal delitto consumato in una via secondaria di Caianello quando Gennaro Galdiero fu massacrato con tre colpi di pistola.
Il suo assassino – Pasquale Savanelli – tace ancora e non spiega le ragioni del delitto. Probabilmente nel corso del processo potrebbero essere spiegare le reali ragioni del crimine. Un valido contributo sarebbe stato portato dall’indagine patrimoniale sulle aziende e sui conti delle imprese di Savanelli. Indagini che potrebbero rafforzare sempre più la pista legata al delitto di interessi. Secondo alcune indiscrezioni sarebbe emerso un quadro di sostanziali sofferenza finanziaria.  Certamente delle frizioni fra Savanelli e la sua vittima esistevano, forse per questo Savanelli organizzò il pranzo con Gennaro Galdiero. Doveva essere l’ultimo tentativo, di Savanelli, di convincere Galdiero. Una volta finito il pranzo, Savanelli avrebbe realizzato la delusione per non aver raccolto i frutti sperati da quell’incontro: l’ira, in un attimo, prese il sopravvento, inseguì il suo socio, lo raggiunse e lo freddò con diversi colpi di pistola. Dopo alcune ore, Pasquale Savanelli, si consegnò ai carabinieri della stazione di Vairano Scalo ai quali confessò di aver sparato a Gennaro Galdiero. Non spiegò le ragioni di quell’azione. Non ha parlato mai più. Bisognerà attendere l’evoluzione del processo per capire le ragioni che hanno spinto un uomo tranquillo e flemmatico, come Savanelli, a sparare contro il suo amico e socio.   Tre i proiettili che avrebbero centrato Gennaro Galdiero. Uno di essi avrebbe colpito e trapassato prima una mano – che la vittima aveva vanamente messo a riparo del suo viso – per conficcarsi poi nel collo. Questo spiegherebbe la presenza di quattro fori sul cadavere della vittima.

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