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ALIFE / SANT’ANGELO D’ALIFE / BAIA E LATINA – Violenza sessuale di gruppo, tutti liberi. La difesa: era consenziente. Ma i conti non tornano

ALIFE / SANT’ANGELO D’ALIFE / BAIA E LATINA – Violenza sessuale di gruppo, tutti liberi. La difesa: era consenziente. Ma i conti non tornano. All’esito dell’udienza di convalida, il giudice ha stabilito di convalidare l’arresto eseguito dai militari dell’arma della compagnia di Cerreto Sannita. Contestualmente, però, il giudice, ha ritenuto rimettere in libertà il gruppo di “amici” arrestati con l’accusa di aver abusato sessualmente di una 30enne estetista di Napoli.

Scarcerati dopo la convalida
Gaudio Raffaele 24 anni di Alife
Zazzarino Mauro 27 anni di Sant’Angelo D’Alife
Sansone Arturo 36 anni di Baia e Latina (originario di Alife)
Russo Marco 29 anni di Cusano Mutri
Biondi Francesco 70 anni di Cusano Mutri

Denunciati a piede libero:
Z.C. 32 anni di Sant’Angelo D’Alife
S.C. 29 anni di Alife

La difesa:
I cinque indagati ora attenderanno lo sviluppo delle indagini e l’eventuale processo a piede libero. Gli avvocati difensori hanno sostenuto che i rapporti con la ragazza era consenzienti. Lei sarebbe giunta a Cusano Mutri proprio per “concedere” il proprio corpo ai cinque “cavalieri”. Avrebbero consumato lo “scambio commerciale” in rapida sequenza e poi sarebbero andati via. Quindi, sostengono gli indagati, nessuna violenza, nessun abuso.

La versione della vittima:
Lei, la vittima, afferma tutt’altro. Racconta di aver ricevuto la telefonata da Biondi (il 70enne del gruppo) che conosceva: vieni a Cusano che dobbiamo discutere di un lavoro. E’ una buona possibilità per te. Queste in sintesi le parole con cui l’uomo avrebbe convinto la ragazza a raggiungerlo. Una volta arrivata – Maria (nome di fantasia) – sarebbe stata condotta dal 70enne nella sua abitazione, poco lontana dal municipio di Cusano Mutri. Qui sarebbe stata aggredita e violentata. Tutto in circa mezzora. Poi il gruppo si sarebbe dato alla fuga permettendo alla vittima di liberarsi e raggiungere i carabinieri.

La visita in ospedale:
I medici del pronto soccorso avrebbero certificato escoriazioni nelle parti intime, sui seni e su altre parti del corpo. Segni che, secondo l’accusa, confermerebbero l’avvenuta violenza

Gli orari:
Maria ha potuto dimostrare diverse cose a sostegno del suo racconto. Avrebbe dimostrato, in particolare, la corrispondenza degli orari. Appena ricevuta la telefonata sarebbe partita da Napoli per raggiungere Cusano Mutri un’ora dopo.

Mancano i soldi:
I cinque arrestati si difendono affermando che il rapporto era consenziente e che avrebbero versato denaro alla donna. Quel denaro però non c’è. Anzi, Maria, dopo l a violenza sarebbe stata anche derubata dei suoi 90 euro.

L’esigenza di un lavoro:
Secondo alcune voci, Maria, lavorava come estetista in un centro estetico di Napoli. Da qualche mese, però, sarebbe stata licenziata. Lei per assicurarsi le necessarie entrate lavorava come commessa in un grosso negozio di detersivi. Insomma, tutto porterebbe a scartare l’ipotesi della prostituzione.

Le indagini continuano:
Le indagini dei carabinieri, guidati dal capitano Zerella, continua per accertare l’esatto svolgimento dei fatti.

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