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La scuola Settembrini, prima della distruzione

GIOIA SANNITICA – Scuola “Settembrini”, c’è poco da festeggiare: è solo spreco di denaro pubblico. Così si sottrae futuro alle nuove generazioni

GIOIA SANNITICA – Scuola Settembrini, c’è poco da festeggiare, c’è poco da “comunicare”, c’è poco da esser fieri di quanto attuato. L’abbattimento della struttura potrebbe rappresentare soltanto un enorme spreco di denaro pubblico. Una delle tante “azioni” attuate dalle amministrazioni comunali che, spesso, perdono di vista il vero obiettivo che dovrebbe animare l’azione di ogni buon amministratore. Siccome ogni amministratore della cosa pubblica – recitano i testi – dovrebbe agire come un buon padre di famiglia, allora è doveroso chiedersi: “qualche padre di famiglia avrebbe abbattuto la sua casa dopo aver speso su di essa oltre 500mila euro?
Probabilmente nessuno. Sicuramente nessuno con sufficiente giudizio. Sarebbe stato solo un modo per sottrarre risorse ai propri figli. Un esempio che sembra calzare a pennello sui fatti di Goia Sannitica dove la scuola Settembrini è stata abbattuta (pochi giorni fa) dopo che su di essa sono stati spesi oltre 560mila euro in pochi anni. Così si sottraggono risorse alle nuove generazioni, così si negano interventi futuri, necessari per altre cose.
Più di 560mila euro di interventi per poi decidere di buttare tutto giù. Il triste destino dell’istituto Settembrini è il compendio del classico modo di amministrare che definire “allegro” è un eufemismo. Dal 2005 al 2013 si è intervenuti infatti ben cinque volte al fine di mettere in sicurezza la scuola per poi decidere di abbatterla. Alla prima “scossuccia” di terremoto, sono subito apparse crepe. Prima la decisione di rendere l’istituto inagibile. Poi la decisione finale, quella drastica: abbattimento e ricostruzione. E meno male che quel fiume di denaro pubblico serviva per rendere la struttura sicura. Andiamo per ordine:
Primo intervento nel 2005 di 99.851,54 euro; secondo intervento nel 2009: altri 58.166,51 euro. Da quel momento, gli interventi vengono effettuati praticamente quasi ogni anno. Nel 2010 infatti, ecco il terzo intervento e la cifra sale: 130.490,93 euro. Due anni dopo il quarto e penultimo intervento: 140.416,18 euro. Nel 2013, il quinto: altri 136.776,73 euro.
Con tutti quei soldi l’istituto Settembrini di Gioia Sannitica avrebbe dovuto essere probabilmente il posto più sicuro del Matese. Invece, la “natura” spesso sa essere crudele. Una scossa di terremoto e si aprone le crepe. Ma allora tutti questi interventi di messa in sicurezza come sono stati svolti? Si chiedono in città. Una cosa è certa, ad oggi: la triste sensazione che quel denaro sia stato speso al vento.  Oppure certe “crepe” vengono “amplificate” a regola d’arte?
Sicuramente le “carte” e i “documenti” stanno a posto, sono inespugnabili. Ma la coscienza di certi amminsitratori e di certi imprenditori, com’è?

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