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ALIFE – BIODIGESTORE, LEGAMBIENTE DICE “NO” ALL’IMPIANTO. ECCO LE RAGIONI

ALIFE – Il No all’ impianto di biogas di Alife non deve significare la rinuncia a smaltire in maniera ecosostenibile nel territorio i rifiuti organici dell’area matesina. Il Circolo Legambiente del Matese, impegnato da anni nella salvaguardia e valorizzazione ambientale del territorio locale, sta seguendo con molta attenzione la vicenda relativa al progetto che prevede la realizzazione nella zona ASI di Alife di un biodigestore per la produzione di biometano e di un annesso impianto di compostaggio che tratterebbero ben 75.000 tonnellate di rifiuti organici all’anno (tra scarti di cucina, scarti vegetali provenienti da attività agroindustriali e scarti della manutenzione del verde pubblico), che rappresenta il valore massimo autorizzabile dalla Regione Campania per gli impianti di questo tipo, previsti nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani.
Il Comitato per la Tutela della Salute e dell’Ambiente, ha sollevato l’attenzione della comunità e delle forze politiche locali sul progetto per alcune criticità, a partire dalla dimensione dell’impianto: esso infatti prevede il trattamento di 30.000 t/a di frazione organica dei rifiuti urbani (FORSU), in un’area dove la produzione di questo tipo di rifiuti in tutti i 20 comuni della Comunità Montana del Matese assomma ad appena 3.800 t/a, pari a circa il 4,2 % del totale prodotto nella Provincia di Caserta (90.000 t/a).
La Legambiente del Matese esprime il suo NO ad un impianto così sovradimensionato, per il mancato rispetto del criterio fondamentale per una produzione sostenibile di biogas da FORSU, che è quello della filiera corta (impianti collocati nella prossimità della fonte di produzione dei rifiuti organici) e per gli impatti ambientali legati alla conseguente movimentazione di mezzi, ma ribadisce responsabilmente l’opportunità di prevedere comunque nel nostro territorio un impianto per trattare i rifiuti organici prodotti nell’area del Matese e dei comuni confinanti. In una regione come la Campania sottoposta ad una procedura europea di infrazione per un’emergenza rifiuti non ancora risolta, la realizzazione di un numero adeguato di impianti di trattamento della FORSU, appare l’unica strada per garantire un adeguato ciclo integrato dei rifiuti ed un incremento significativo della raccolta differenziata della frazione organica (che costituisce il 30% dei RSU), che oggi è disincentivata per i costi altissimi di trasferimento fuori regione, pagati ovviamente dai cittadini con i continui aumenti delle tariffe.
L’auspicio della Legambiente del Matese, allora, è che il positivo processo partecipativo avviato con questa mobilitazione, sia l’occasione per proporre, anche in occasione dei momenti istituzionali di consultazione previsti dalle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) del progetto, il significativo ridimensionamento dell’impianto previsto o la realizzazione di altra tipologia, in conformità con il principio di prossimità previsto nel Piano Regionale dei Rifiuti, da realizzare secondo le più moderne ed avanzate tecnologie, tarato sui fabbisogni dei comuni dell’area matesina e di quelli confinanti, nel rispetto delle peculiarità ambientali del territorio, prevedendo quegli accorgimenti tecnico-gestionali (filiera corta) necessari a ridurre al massimo gli impatti ambientali, offrendo le necessarie garanzie alle comunità locali, anche attraverso un controllo pubblico dei materiali conferiti.
Il Matese, proprio perché è un’area di grande valore agricolo e naturalistico
ed è inserito in un Parco Regionale che a breve speriamo possa diventare nazionale, deve fare con responsabilità la sua parte e diventare virtuoso nella gestione dei rifiuti ed in particolare della frazione organica prodotta dai suoi abitanti, riducendo la quantità di rifiuti indifferenziati prodotti che solidarmente viene oggi accolta in altri territori campani (Acerra, ecc). In un territorio come il nostro dove la raccolta differenziata continua a crescere con lentezza (i dati dei Comuni dell’area matesina nel dossier “Comuni ricicloni 2014” di Legambiente rilevano percentuali ancora lontane dal 65% previsto per legge), la realizzazione di un impianto di trattamento dei rifiuti organici tecnologicamente avanzato, destinato ai nostri comuni, incentiverebbe l’aumento delle percentuali di raccolta differenziata, garantendo una significativa riduzione dei costi di smaltimento per gli enti locali e delle tariffe per i cittadini, oltre a fornire compost di qualità, e ci vedrebbe essere di esempio nella regione e nel Paese per una difesa e valorizzazione responsabile del territorio.
Per avviare una discussione che alla legittima fase della protesta e dei no, faccia seguire anche quella della proposta circa la futura gestione sostenibile dei rifiuti organici della nostra area, la Legambiente del Matese è disponibile a confrontarsi in tutte le sedi ed organizzerà a breve un incontro pubblico a cui saranno invitati tutti i soggetti interessati, in uno spirito di confronto che riteniamo sia comunque utile a far crescere il livello di democrazia e di cultura ambientale nel nostro territorio.

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