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CASERTA / NAPOLI – Camorra, sequestro di beni per 320milioni di euro

CASERTA / NAPOLI – Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli stanno eseguendo, su tutto il territorio nazionale, un decreto di sequestro patrimoniale, ai sensi del D.Lgs. 159/2011, emesso dal Tribunale di Napoli – Sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione nei confronti di una importante organizzazione camorristica.
Le attività d’indagine, condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli – GICO, hanno consentito l’individuazione di un patrimonio illecitamente costituito, pari ad oltre 320 milioni di euro, solo formalmente intestato a un centinaio di prestanome, in realtà gestito direttamente da soggetti contigui ad un clan operante nella città di Napoli.
Nel corso delle attività di servizio, vengono sequestrate numerose attività commerciali operanti nei più svariati settori economici nonché immobili e terreni, tutti riconducibili ai soggetti sottoposti alla misura di prevenzione.
Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli stanno dando esecuzione, in Campania e in varie Regioni italiane, a un provvedimento di sequestro disposto dal Tribunale di Napoli – Sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione in relazione a beni e disponibilità del clan camorristico partenopeo “Contini”, per un valore complessivo di oltre 320 milioni di euro.
Il provvedimento in parola prende le mosse da articolate investigazioni penali e patrimoniali svolte dal GICO del Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli, coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, che hanno consentito di ricostruire – in particolare – i ruoli dei fratelli Gerardo e Ciro DI CARLUCCIO, quest’ultimo considerato il “cassiere” della predetta organizzazione camorristica e uomo di fiducia del capo-clan Edoardo CONTINI, “direttore” di una vera e propria holding criminale operante in diversi settori economici e finanziari.
Costoro gestivano, di fatto, numerose realtà economiche, che spaziavano dal commercio al dettaglio di carburanti (core business del consorzio criminale) alla gestione di bar, dal commercio di oro e preziosi agli investimenti immobiliari e alla concessione di prestiti in denaro.
Le indagini hanno dimostrato che le attività economiche individuate erano tutte gestite dai familiari di Ciro DI CARLUCCIO, che aveva creato una vera e propria rete di prestanome.

Gli elementi investigativi raccolti, su proposta della locale Procura, sono stati rappresentati al competente Tribunale di Napoli – Sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione, il quale ha disposto ulteriori approfondimenti e verifiche, anche attraverso una puntuale ricostruzione storica dei profili reddituali e patrimoniali dei soggetti proposti, volti a corroborare, oltre alla contiguità dei soggetti “prestanome” con il clan CONTINI (complessivamente ne sono stati individuati oltre cento), anche una rilevante sproporzione tra i beni formalmente posseduti e i redditi dichiarati o le attività concretamente svolte. La misura emessa dal Tribunale di Napoli – Sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione consente di sottoporre a sequestro, ai sensi del D.Lvo n.159 del 2011, un patrimonio, costituito da:

  • 41 impianti di distribuzione stradale di carburanti, ubicati per lo più in Napoli, su alcuni tratti autostradali campani nonché in Molise. Si specifica che gli impianti recano anche insegne di primarie compagnie petrolifere, del tutto estranee alle vicende illecite in parola;
  • 20 esercizi commerciali bar, dislocati tra le province di Napoli e Avellino;
  • 3 rivendite di tabacchi in Napoli e provincia;
  • 4 ditte di oreficeria/gioielleria site a Napoli e Torre del Greco;
  • 3 società di torrefazione di caffè nella zona industriale di Napoli;
  • 2 società di gestione e compravendita immobiliare, con sede a Napoli;
  • una azienda di commercio all’ingrosso di prodotti alimentari, per l’igiene della persona e corredi e ricami, ubicata a Napoli;
  • un garage, sito nel centro di Napoli;
  • nonché 27 unità immobiliari (11 case, tra le quali una villa di pregio ad Ischia e 16 unità a destinazione commerciale) e un terreno,

complessivamente stimato in oltre 320 milioni di euro.

 

 

 

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