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CASERTA- L’ospedale di Caserta nelle mani della Camorra, 24 arresti. Ci sono Angelo Polverino, Nicola Cosentino e Maddaloni, figlio dell’ex vice Prefetto

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Caserta – Ventiquattro persone sono state arrestate in un’operazione della Dia di Napoli nell’ambito di un’inchiesta su appalti truccati delle AsI di Caserta aggiudicati a imprese del clan dei Casalesi, con l’appoggio di politici e amministratori pubblici. In corso anche numerosi sequestri di società e di beni.

In carcere sono finiti Remo D’Amico, Elvira Zagaria (sorella del boss Michele), il consigliere provincia di Forza Italia Antonio Magliulo (consigliere provinciale di Forza Italia), Raffaele Donciglio, il dirigente dell’Unità operativa ospedaliera di Caserta Bartolomeo Festa, Vincenzo Cangiano, Orlando Cesarini, Domenico Ferraiuolo, Gabriele D’Antonio, Luigi Iannone.
Ai domiciliari sono invece finiti l’ex direttore generale dell’ospedale di Caserta e dell’Asl di Caserta Francesco Alfonso Bottino, Salvatore Cioffi, Antonio Della Mura, Roberto Franchini, il dipendente dell’ospedale di Caserta Nicola Frese, l’ex direttore amministrativo dell’Asl di Caserta Giuseppe Gasparin, il dipendente dell’ospedale di Caserta Antonio Maddaloni, il dipendente dell’ospedale di Caserta Paolo Martino, Mario Palombi, l’ex consigliere regionale Angelo Polverino, Giuseppe Porpora, il dipendente dell’ospedale di Caserta Rocco Ranfone, il dipendente dell’ospedale di Caserta Giuseppe Raucci, il dipendente dell’ospedale di Caserta Umberto Signoriello.

Il sodalizio mafioso, negli ultimi anni, si era “gradualmente infiltrato nel tessuto politico-amministrativo della struttura sanitaria casertana, trasformandosi in un complesso apparato in grado di gestire gli affidamenti dei lavori pubblici in assoluta autonomia, potendo contare sul potere derivante dalla matrice mafiosa”. Dopo l’implosione dell’Udeur, nel 2008, i Zagaria cercarono una copertura politica nel Pdl attraverso Nicola Cosentino: secondo la ricostruzione condivisa dal gip, nel 2006 vi fu “un duplice avvicendamento politico-mafioso” all’interno dell’ospedale di Caserta determinato “dall’implosione dell’Udeur e conseguentemente alla caduta del Governo Prodi“: nel 2008 gli Zagaria “cercarono e trovarono la necessaria la necessaria copertura politica nel Pdl campano e, più in particolare, nel suo (allora) capo indiscusso, Nicola Cosentino, rimasto referente politico del sistema criminale operante nel nosocomio casertano fino al momento del suo arresto, avvenuto nel marzo 2013“.
Sigilli alle srl Odeia e R.D. Costruzioni e a due ditte individuali: Luigi Iannone e Salvatore Cioffi. A undici dei 24 indagati è stato notificato un decreto di sequestro che ha riguardato, a vario titolo, 18 immobili, 11 terreni, un box auto, tre autovetture e diverse quote societarie.
Tra gli appalti nel mirino dei magistrati, quello della tinteggiatura per 450mila euro; quello per la manutenzione da 150mila euro; quella per la gestione degli ascensori per oltre 1 milione di euro; affidamenti di lavori per oltre 3 milioni di euro; e la gestione del bar e macchinette distributrici di bevande e alimenti. Le perquisizioni hanno interessato 11 indagati e hanno portato sequestro beni per oltre 12 milioni di euro, tra cui 12 immobili, 11 terreni, un box auto, tre vetture e diverse quote societarie.
Nell’inchiesta sono coinvolti alcuni ‘big’ della politica campana: Angelo Polverino, ex consigliere regionale già arrestato per l’inchiesta Asl; Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’Economia; Antonio Magliulo, consigliere provinciale di Forza Italia. Indagati anche funzionari e imprenditori come Raffaele Cioffi, imprenditore maddalonese; Franco Maddalonì, figlio del prefetto Paolino Maddaloni, già vice prefetto di Caserta. L’operazione – si apprende dalla Dia di Napoli – è scattata nelle prime ore di stamani nell’ ambito di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli. Gli arresti sono stati fatti nelle Provincie di Caserta, Napoli e Verona. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione per delinquere di tipo mafioso, corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e abuso d’ ufficio. L’inchiesta riguarda una serie di presunti appalti truccati indetti dall’ Azienda Sanitaria Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. Nell’inchiesta sono coinvolti alcuni ‘big’ della politica campana: Angelo Polverino, ex consigliere regionale già arrestato per l’inchiesta Asl; Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’Economia; Antonio Magliulo, consigliere provinciale di Forza Italia. Indagati anche funzionari e imprenditori come Raffaele Cioffi, imprenditore maddalonese; Franco Maddalonì, figlio del prefetto Paolino Maddaloni, già vice prefetto di Caserta. Dieci indagati sono in carcere mentre per altri 14 il gip ha concesso il beneficio dei domiciliari. L’indagine, durata più di due anni, si è avvalsa anche di intercettazioni telefoniche ambientali nonchè di video, eseguiti anche all’interno dell’azienda ospedaliera, oltrechè di acquisizione di documenti e testimonianze. Ed è emersa “la piena operatività”, sottolinea una nota della Procura, dei Casalesi, gruppo Zagaria, una fazione attiva nel territorio di Casapesenna, che ha creato una rete di connivenze e collusione tra pubblica amministrazione, politica e imprenditoria attraverso la quale la cosca gestiva “regime di monopolio assoluto” appalti e affidamenti diretti di lavori all’interno dell’ospedale casertano. E in questa costruzione di sistema, per gli inquirenti è stato centrale il ruolo di Elvira Zagaria, sorella del boss Michele, ex primula rossa che dopo l’arresto di tutti i componenti maschi della famiglia e la morte del marito Francesco, negli ultimi due anni ha gestito ingenti capitali delle attività del clan. E’ questo il gruppo criminale disarticolato dagli uomini della Dia di Napoli e nato nel 2006 quando Francesco Zagaria, marito di Elvira e cognato dell’allora latitante Michele, trova una sponda politica nel segretario regionale dell’Udeur e riesce a far nominare un suo uomo di fiducia direttore generale del Sant’Anna e San Sebastiano, Luigi Annunziata, deceduto di recente. In questo modo Francesco Zagaria assume il controllo dell’assegnazione dei lavori all’interno del nosocomio e dà vita a un cartello di imprese legato alla cosca ancora oggi attivo. Dopo l’implosione dell’Udeur, nel 2008, i Zagaria cercarono una copertura politica nel Pdl attraverso Nicola Cosentino, per gli inquirenti loro referente politico fino al suo arresto nel marzo 2013. Coinvolti anche un consigliere provinciale di Forza Italia, Antonio Magliulo e un ex consigliere regionale, Angelo Polverino, già coinvolto in altre inchieste sulle infiltrazioni dei Casalesi negli appalti dell’Asl casertana, entrambi destinatari di misura cautelare, così come Elvira Zagaria. Tra gli appalti nel mirino dei magistrati, quello della tinteggiatura per 450mila euro; quello per la manutenzione da 150mila euro; quella per la gestione degli ascensori per oltre 1 milione di euro; affidamenti di lavori per oltre 3 milioni di euro; e la gestione del bar e macchinette distributrici di bevande e alimenti. Le perquisizioni hanno interessato 11 indagati e hanno portato sequestro beni per oltre 12 milioni di euro, tra cui 12 immobili, 11 terreni, un box auto, tre vetture e diverse quote societarie.

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