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CALVI RISORTA – “I Padroni di Sabbia” e il degrado del litorale Domitio, il capolavoro di Minieri

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CALVI RISORTA – “I Padroni di sabbia – Castel Volturno, storia di un declino” (Spring Edizioni) è il primo lavoro editoriale di Salvatore Minieri, giornalista che si già è interessato del Litorale Domitio con un documentario di 60 minuti presentato in esclusiva alla Facoltà di Architettura di Firenze lo scorso mese, e arrivato in finale alla kermesse nazionale “Mitreo Film Festival” (edizione 2014). Il libro “I Padroni di Sabbia” attraversa la travagliata genesi del Litorale Domitio e analizza le fasi drammatiche della speculazione edilizia che ha caratterizzato mezzo secolo di costa casertana. Dall’epopea dei fratelli Coppola, fino alle macerie di abusivismo umano e strutturale che oggi contrassegnano il volto di quella che doveva essere la perla del Tirreno. Nel volume di Salvatore Minieri si parla per la prima volta, in maniera dettagliata e senza alcuna omissione, del rapimento di uno dei figli dei fratelli Coppola e delle drammatiche fasi che si registrarono fino alla singolare e ancora misteriosa liberazione del giovane. Interi capitoli sono dedicati al devastante inquinamento della zona compresa tra Castel Volturno e Mondragone e alle cause che oggi hanno ridotto quell’area a bandiera del peggior ecosistema del Mezzogiorno.
Per la prima volta viene trattato il caso della strada romana fatta sparire sotto un parco residenziale, realizzato su terreni che, in parte, erano nella disponibilità di un clan camorristico operante nell’area compresa tra Giugliano e l’hinterland napoletano. E’ la Domitiana “smontata” per costruire il Parco Obelisco. Interi tratti della più antica strada del Mezzogiorno (la prima via “turistico-litoranea” del mondo) sono scomparsi tra le oscene villette che, fino a qualche anno fa, avevano le scale di accesso poggiate direttamente sul preziosissimo basolame fatto stendere da Domitiano nel 95 d.C., per migliorare i collegamenti tra il porto di Puteoli, l’odierna Pozzuoli, e il resto dell’impero. Una strada romana scomparsa, come dimostrano le foto e le immagini. Un parco, quello dell’Obelisco, che i Nuvoletta di Marano avrebbero voluto rilevare per intero con il consenso del clan Mallardo.
Sulla realizzazione del Parco Obelisco aleggia il nome di Francesco Rea, considerato il capo dei capi, grande riciclatore di denaro sporco per conto dei clan, con interessi a Roma e in Germania, legato alla famiglia Mallardo. Di Rea erano anche i terreni del parco Obelisco, «a vocazione turistico-alberghiera» che dovevano diventare area «residenziale», bypassando i vincoli archeologici e militari. Mai, nella storia recente, una strada romana era sparita in maniera così clamorosa per far posto a un parco residenziale (ancora da sanare sotto il profilo edilizio e giuridico) in odore di interessi camorristici evidentissimi. Il libro di Salvatore Minieri sarà al centro di dibattiti e presentazioni il 24 gennaio a Calvi Risorta (Ce) e il 30 dicembre a Napoli, nella prestigiosa sede del “Museum Shop Nilo” di piazzetta Corpo di Napoli, nel centro strorico partenopeo. Nel volume, edito dalla Spring Edizioni, si raccontano anche tutte le storie di degrado e devastazione urbanistico-ambientale che hanno definitivamente ucciso il litorale Domitio dagli anni ’60 ad oggi. “E’ solo la dimostrazione definitiva – ha detto l’autore – che i cartelli camorristici campani hanno ormai in mano ogni chiave produttiva del Meridione. Far sparire pezzi di Storia per costruirci sopra villette e centri commerciali è il passo più preoccupante verso la cancellazione di ogni coscienza civile e culturale. Un passo – ha concluso Salvatore Minieri – di demolizione finale del nostro passato e di un presente che oggi viene sepolto sotto colate di cemento abusive e intrallazzi tra politica, uffici tecnici e potentati camorristici. Clan, politica deviata e aree di collusione ci vogliono così: privi di ogni capacità di riflessione, tutti incanalati agli ingressi di centri commerciali e parchi residenziali che, quasi sempre, sono caratterizzati dall’abusivismo più orripilante”. (cs)

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un commento

  1. Alla faccia della libertà di stampa!
    Censurate commenti che riportano verità assolute.
    È proprio vero che tra di voi solidarizzate.