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ROCCAMONFINA – Municipio, Letizia Tari pensa alle dimissioni

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Roccamonfina – Il sindaco Letizia Tari pensa alle dimissioni. Potrebbero giungere già oggi in municipio. Potrebbero rappresentare un punto a suo favore nella richiesta di scarcerazione che i legali della donna presenteranno lunedì prossimo ai giudici del riesame di Napoli. Per questa ragione, quindi, Tari, nelle ultime ore – riferiscono numerose indiscrezioni – starebbe seriamente meditando sull’ipotesi di abbandonare – irrevocabilmente – la carica di primo cittadino di Roccamonfina. C’è una parte del paese, tuttavia, che esclude a priori questa tesi perché, conoscendo bene Tari, sembra essere certa che lotterà fino in fondo senza rinunciare alla fascia tricolore.
Letizia tari è stata arrestata lo scorso due dicembre perché – come si legge nell’ordinanza della Procura Antimafia – l’accusa evidenzia che per nessuno degli indagati sono stati acquisiti elementi specifici, in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure, ma, anzi, emergono aspetti di segno decisamente opposto, tale da portare ad affermare persistente e concreto il pericolo di reiterazione di analoghe condotte criminose. Ebbene sotto questo profilo deve convenirsi con il P.M. quanto alla inesistenza di elementi che consentano di escludere la reiterazione di analoghe condotte avendo ciascuno di essi rivelato una spiccata attitudine a delinquere: Grillo Angelo da detenuto mantiene contatti con i propri ex dipendenti (come rivela la lettera scritta al Valente, Grilllo Roberto si sente degno erede del padre e ne segue le condotte (anche lui scrive al Valente come rivelato da quest’ultimo); Mincione Assunta ha inizialmente offerto una piena collaborazione, ma con il tempo ha cercato di attenuare la propria partecipazione, tacendo anche delle responsabilità altrui, spinta evidentemente dalla speranza di potersi riciclare grazie alla esperienza acquisita nel settore ed alle rete di amicizie create nel tempo; Luciano Sergio vanta le amicizie del padre, già generale della G.d.F. e le mette a disposizione di chiunque ne faccia richiesta, anche se indagato per camorra; Valente Pasquale condivide i segreti dei Grillo e partecipa quale factotum alai gestione dei loro affari, leciti o illeciti non importa; Tari Maria Cristina non esista a scendere a patti con il Grillo Angelo, si ripete notoriamente indagato per appartenenza al clan Belforte dominante nella zona, e lo favorisce assegnandogli lavori con affidamento diretto senza neppure richiedere la certificazione antimafia, richiedendo in cambio favori per esigenze elettorali; Russo Silvio da tecnico comunale invece di preoccuparsi di garantire la trasparenza e la legalità delle scelte del sindaco le avalla, consentendone di realizzare un accordo delittuoso. E’ vero quindi che per tutti è stata in concreto accertata la esigenza cautelare di cui alla lett. C) dell’art. 274 c.p.p., ovvero il pericolo di reiterazione di condotte delittuose offensive dei medesimi interessi tutelati dalle nonne incriminatrici oggetto di contestazione. Tuttavia, va ancora formulato un giudizio sulla adeguatezza della misura, in quanto anche sotto questo profilo, come sopra ricordato, vale il principio della presunzione relativa. Orbene, quanto all’adeguatezza si ritiene opportuno operare delle distinzioni. Grillo Angelo e Grillo Roberto sono gli effettivi titolari e amministratori delle società coinvolte e, difatti, per altre analoghe vicende (ed il Grillo Angfelo anche per il reato di cui agli artt. 110­416 bis c.p.) sono detenuti in carcere. Unica misura adeguata nei loro confronti è pertanto la custodia cautelare in carcere anche per il reato di cui al capo E), che si inserisce in un più vasto quadro di accordi illeciti di cui parlano i collaboratori, accordi finalizzati ad accedere al servizio della raccolta dei rifiuti in tutti i comuni della zona. Altro protagonista della corruzione, quanto alla parte pubblica, è il sindaco Tari Maria Cristina, politico rampante che per assicurare il consenso elettorale non esita a scendere a patti con Grillo Angelo ed il figlio Roberto, nonostante avesse buoni motivi per diffidare e, si badi, non solo per la notizia delle perquisizioni ma soprattutto per il dato oggettivo che gli atti erano a nome di società nelle quali i Grillo non figuravano formalmente pur essendo i reati titolari. E questo avrebbe già dovuto mettere in allaraie. Ma la Tari accetta di buon grado di scendere a patti e lo fa per due posti di lavoro e per un contributo di 1000 euro. Si dirà che si tratta di piccole cose, ma proprio per questo la pericolosità che se ne desume è maggiore. Se si è disposti ad accettare poco per un affidamento a breve periodo (che per le società significa acquisire titoli per affidamenti ulteriori), è logico ritenere che per maggiori appalti si richiedano maggiori benefici. E tutto ciò senza preoccuparsi affatto dell’interesse pubblico e delle condizioni di dissesto del comune e senza preoccuparsi neppure di agevolare società che schermano interessi di soggetti legati ad un clan camorristico e peranto autorizzati ad operare nella zona (i collaboratori di/, giustizia hanno chiarito bene l’intreccio politica-camorra-impresa, di cui si parla nella prima» ordinanza emessa nel corso di queste indagini). Peraltro la Tari nella sua qualità ha creato unaf* rete di rapporti personali (come rivelato dalle intercettazioni) che le consentirebbero comunque, qualora fosse sottoposta a misura meno afflittiva, di continuare a gestire i propri interessi, nonché di inquinare le fonti di prova. A suo carico, pertanto, unica misura adeguata è quella della custodia cautelare in carcere.
Ora sulla vicenda si pronuncerà il tribunale del riesame di Napoli

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un commento

  1. E ci pensa pure? Come si vede che l’etica non è nel suo codice genetico. Una persona con un minimo di pudore e onore si sarebbe già dimesso e si sarebbe chiusa in un convento a pregare, in attesa di giudizio. Ma lei pensa e, pensando pensando alla fine deciderò di stare con il c….o sulla sedia con il miserabile alibi del “senso di responsabilità”.