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CASERTA – Il sindaco di Caserta Del Gaudio scopiazza l’ispettore Derrick e pattuglia una città che lo ha già archiviato

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 CASERTA ( di Nando Silvestri) –  Non sa più a quale santo votarsi il sindaco di Caserta Del Gaudio. Da quando non può più contare sui due angeli custodi di centro destra che ne divinarono la fascia tricolore come un solenne mistero della fede, temporaneamente richiamati al purgatorio della giustizia, Del Gaudio è convinto di recitare in un telefilm degli anni “80”. Il primo cittadino suole difatti accompagnarsi da qualche tempo nella sua auto con un vigile urbano, probabilmente sottratto ad impieghi più edificanti, per sanzionare alla carlona l’indisciplina dei cittadini e sparare nel mucchio senza il minimo criterio. Alcune decine di multe elevate qua e là alla meno peggio e il gioco è fatto: lo stipendio di qualche impiegato del Comune è salvo. Poco importa se si tratta di un letargico e improduttivo ramo secco con un “familiare” santo in paradiso. Senza nulla togliere alla memoria del bravissimo Horst Tappert, il pio sindaco di Caserta si diletta ad impersonare il noto ispettore Derrick accompagnato dal fido ispettore Harry Klein, il vigile urbano assoldato per l’occasione. Sembra che durante le sue scorribande nelle strade del capoluogo di Terra di Lavoro l’intrepido sindaco ispettore abbia rilevato scorrettezze e violazioni di ogni genere. Evidentemente i suoi scialbi interventi, la sua autorevolezza e quella della sua amministrazione reiteratamente rimpastata con artifici matematici non sono mai stati percepiti dai cittadini casertani, spesso indotti alla trasgressione per forza maggiore, non già per scelta. Peccato che a Del Gaudio “Derrick” sfugga lo squallore indicibile che la sua amministrazione ha gettato senza farsi troppi scrupoli su periferia, frazioni e borghi limitrofi come Casolla. Il borgo storicamente dedito alla produzione e al commercio di colla mostra senza veli soprusi urbanistici, degrado e dissesto di strade come via D’Errico che neppure i più remoti villaggi del Burundi evidenziano. Peccato che alcuni percorsi battuti dal sindaco e dall’assistente sorvolino intere aree cittadine stracolme di irregolarità governative e violazioni che nessuno osa svelare e sanare in alcun modo. Piazza Aldo Moro, attigua all’animato corso Trieste è divenuto oramai un luogo interdetto al passaggio di pedoni e residenti con le centinaia di sampietrini divelti insidiosamente vaganti tra le gambe degli sfortunati passanti assieme a panchine fatiscenti e deiezioni, integrate oramai con l’arredo urbano. Il primo cittadino di Caserta non è mai passato neppure per il Rione Tescione dove l’omonimo Comitato Civico, di cui egli ha fatto spudoratamente sopprimere la storica sede in combutta con un manipolo di arrampicatori intrallazzieri si è sempre battuto a spese proprie per una moltitudine di valori. Vale la pena ricordare a tal proposito l’impegno documentato del Comitato in questione per i diritti dei cittadini, la vivibilità, la decongestione della circolazione stradale, gli anziani, i meno abbienti, la cultura, i giovani, l’ambiente, la sicurezza e gli animali. Ma a fronte di tanta barbarie e strafottenza  amministrativa emerge vistosamente l’imprescindibile ruolo dell’unico presidio credibile della città, la società civile. Proprio da essa provengono esempi nobili e proficui offerti da ultrasettantenni come il signor Andrea Dau, presidente del Comitato Civico Rione Tescione succitato. Dau, nonostante il colpo basso che sindaco e amministrazione hanno inteso inferire allo “scomodo e ingombrante” Comitato suddetto che egli presiede ancora con onore, seguita a riscuotere consensi per la sua mirabile solerzia e l’impegno civico profuso a colpi di denunce ed esposti al prefetto. Grazie al signor Dau piuttosto che al sindaco o ad altri esponenti del Comune di Caserta, oltre 100 lampioni hanno ripreso ad illuminare il Rione Vanvitelli sprofondato nelle tenebre da tempo immemore per l’incuria governativa locale. Sempre grazie al signor Andrea Dau la società Ecocar addetta al prelevamento dei rifiuti voluminosi è riuscita a soddisfare le esigenze più complicate e delicate della popolazione periferica. Non finiremo mai di ringraziare personaggi come Andrea Dau che, sacrificandosi strenuamente, si adoperano quotidianamente per la sicurezza dei pedoni, spesso minacciata da lampioni e segnaletica cadenti, chiusini semiaperti, beni pubblici smembrati, voragini e cavi della rete elettrica scoperti. Insomma, mentre il delirante sindaco Del Gaudio prova ad imitare penosamente Derrick, o forse Starsky ed Hutch, l’autogoverno della società civile resta l’unico punto fermo della città di Casertà. Invece di girovagare come un cavaliere errante, Del Gaudio farebbe meglio ad ispirarsi al filosofo Diogene e “cercare l’uomo” dotandosi di una lampada, quello virtuoso e costruttivo.

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